Valcamonica

La smentita: «Nessun erbicida per il diserbo delle strade»

Berzo Demo, Ceto, Bienno e Saviore replicano alle accuse: «Tutte falsità»
A bordo strada. Polemica in Valcamonica sul diserbo
A bordo strada. Polemica in Valcamonica sul diserbo
AA

È un coro di smentite decise quello che si leva contro l’accusa, lanciata nei confronti dei Comuni di Berzo Demo, Ceto, Bienno e Saviore, di aver utilizzato, per il diserbo delle strade, erbicidi in sostituzione del tradizionale taglio con mezzi meccanici. I quattro sindaci la rispediscono al mittente, tacciandola come infondata, faziosa e diffamatoria.

In particolare, a Berzo Demo è stato utilizzato l’acido acetico, non un prodotto fitosanitario, quindi senza necessità di autorizzazioni, e che non ha effetti negativi per la salute umana, l’ambiente, l’acqua e il suolo. Una sostanza suggerita, tra l’altro, dal Bio-Distretto di Valcamonica: «L’acido acetico - dichiara Antonio Molinari, consigliere delegato all’Ambiente - è aceto concentrato che brucia le erbacce per un breve tempo. Sappiamo di alcuni effetti collaterali , già gestiti e a oggi ripristinati. Si tratta di un antico rimedio popolare, che porta odore di aceto per poco tempo».

Porta in faccia anche a Ceto, che non ha ricevuto segnalazioni di disagi se non «dalla solita famiglia contraria a tale attività». Il diserbo è stato fatto da un’azienda specializzata che usa «prodotti consentiti dalla legge e non fondi di magazzino non autorizzati alla legge - specifica il sindaco Marina Lanzetti -. Invito questi ambientalisti convinti a partecipare alla pulizia del territorio e a meditare sulle loro attività del passato».

A Bienno il servizio è stato affidato a una multinazionale che ha sede in paese, la Cpm Apave, leader del settore, che ha utilizzato aceto concentrato assolutamente non tossico: «Nessuno dei firmatari mi ha mai contattato - spiega il sindaco Massimo Maugeri - proverò a sentirli io per ristabilire la verità. Bienno è tra i pochi certificati Emas e non ha né risparmiato sulla gestione degli spazi pubblici né utilizzato fondi di magazzino fuorilegge».

Infine il primo cittadino di Saviore Matteo Tonsi taglia corto, dichiarando d’aver affidato i lavori al Consorzio forestale, che ha personale e autorizzazioni necessarie, per avere un paese in ordine per i turisti.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia