La Resistenza in Valsaviore rivive nel film «La baraonda»

È un evento tragico di oltre 70 anni fa. Che nessuno ha dimenticato e che, solo a pensarci, un po’ fa emozionare, un po’ fa accapponare la pelle. Le fiamme che avvolgono il paese e distruggono tutto, la gente che si ritrova e decide di reagire, le forze giovani che si rintanano tra le montagne per resistere.
C’è qualcuno che, facendo fede sui ricordi dei nonni e impiantandoli su solide ricerche storiche e testimonianze, ha trasformato tutto questo in una pellicola cinematografica, lunga quasi due ore. Così come Mimmo Franzinelli, oltre vent’anni fa, fissò sulla carta bianca di un libro la vicenda della resistenza in Valsaviore, intitolandolo «La baraonda», così ha fatto oggi il giovane regista Mauro Monella, che ieri ha presentato in Comunità montana il suo film «La baraonda. 3 Luglio 1944».
Si tratta di un lungometraggio indipendente prodotto da Effetto Cinema, che affronta la nascita e lo sviluppo della 54esima brigata Garibaldi, dall’8 Settembre 1943 sino alla tragica estate successiva, con l’incendio per mano fascista dell’abitato di Cevo (il 3 luglio 1944). Il progetto è partito diversi anni fa, ma solo negli ultimi due si è concretizzato, grazie alla determinazione del regista, alla partecipazione del territorio e a una sponsorizzazione dell’Unione dei Comuni e della Comunità montana.
Il prodotto può definirsi al cento per cento camuno: moltissimi gli attori e le comparse valligiani, e le scene sono tutte girate in Valsaviore, con un’incursione a Villa Gheza a Breno e a Bienno. Il cast ingloba elementi abituati a stare davanti e dietro alla telecamera (Tiziano Felappi ed Emanuele Cristaldi), attori professionisti (Giorgio Zanetti) e teatrali (Marco Ghizzardi) e gente alla prima esperienza, oltre a un centinaio tra personaggi secondari e comparse che arricchiscono il valore umano e corale di quest’opera collettiva.
Attraverso gli occhi dei due leader indiscussi della 54esima Brigata Garibaldi, il siciliano Antonino Parisi e il maestro cevese Bartolomeo Bazzana, il film si addentra nei meccanismi della guerra civile che si scatena dopo l’8 settembre 1943 fino all’estate del 1944, quando l’abitato di Cevo brucia sotto gli occhi inermi della gente.
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