Valcamonica

La ciclabile non si ferma più: sui pedali dal Sebino a Bolzano

L’accordo è stato firmato in vetta al Passo Presena tra le 4 Comunità montane Tracciato di 200 chilometri
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Non è un sogno, non richiede investimenti enormi e cantieri faraonici. È semplicemente un po’ di logica e di lungimiranza. Con un pizzico di voglia di promuovere la montagna. Nel giro di qualche tempo (non troppo) sarà possibile salire sui pedali dal lago d’Iseo fino a Bolzano. Non creando una nuova ciclabile, ma semplicemente collegando i lunghi (e bellissimi) tratti già esistenti, mostrandoli e promuovendoli nella loro unitarietà, dal lago d’Iseo a quello di Caldaro. Intuizione.

Duecento chilometri che ora sono nero su bianco. Ma che dalla prossima primavera inizieranno a trasformarsi in disegni, asfalto e volantini promozionali. Per intercettare soprattutto i flussi cicloturistici provenienti dal Nord Europa, dal sistema ciclabile alpino-retico. L’intuizione è del parco dell’Adamello, che nell’ultimo anno è riuscito a intessere una fitta rete di relazioni e a coinvolgere le Comunità montane della Val di Non, Val di Sole e Oltradige e Bassa Atesina. Ieri, in un luogo simbolico come il passo Presena, la firma del protocollo d’intesa «Ciclovia Caldaro-Iseo», alla presenza dei presidenti delle Comunità di Valcamonica (Oliviero Valzelli), Val di Non (Silvano Dominici), Val di Sole (Guido Redolfi) e Oltradige e Bassa Atesina (Edmund Lanziner). Insieme a loro, alcuni amministratori locali, i gestori degli impianti e l’onorevole camuna Marina Berlinghieri.

Itinerario. L’itinerario si dipana tutto nel cuore delle Alpi, lungo le Valli Camonica, di Sole e di Non e da qui, attraverso il passo della Mendola, raggiunge la bassa Atesina ed il lago di Caldaro. Buona parte del tracciato è già realizzato e funzionante, dovranno solamente essere completati e integrati alcuni brevi tratti, per dare corpo unitario a un percorso che, di fatto, costituirà un’arteria ciclabile tra nord e sud Europa. La lunga ciclovia consentirà di collegare le piste ciclabili a nord delle Alpi con la Pianura Padana e il Mediterraneo e, in prossimità di Bressanone, potrà anche innestarsi sulla ciclabile Monaco-Venezia, costituendone una variante a sud-ovest, idealmente verso l’area metropolitana Milanese.

Cantieri. Per quanto riguarda il lungo tratto bresciano, sono due i nodi da sciogliere (e realizzare): il collegamento del passo del Tonale con Ponte di Legno (pista ciclabile della Valsozzine) e con Vermiglio e il tratto del Sebino ancora non realizzato (tra Iseo, Sulzano, Sale e Marone). «In questi anni abbiamo lavorato per intensificare le infrastrutture per la mobilità sostenibile e per le interconnessioni tra Italia ed Europa - commenta Berlinghieri -. Sono un tassello importante per il turismo e la promozione di stili di vita sani. È positivo che il nostro territorio, facendo un’azione di sistema con enti di altre Regioni, si pone come punto di riferimento per la realizzazione di buone prassi». Un sogno, ieri, è aleggiato: utilizzare le ciclabili anche per la mobilità quotidiana. L’Alto Adige ci si sta lavorando; in Valcamonica sono appena stati assegnati i fondi.

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