Valcamonica

Invalido dopo gli spari a Corteno Golgi: chiesta l'assoluzione per l'imputato

Secondo la perizia balistica nessuna delle armi sequestrate all’uomo corrisponde ai fori sull’auto di Giacomo Gazzoli
Giacomo Gazzoli
Giacomo Gazzoli
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Non è possibile stabilire la responsabilità dell’imputato oltre ogni ragionevole dubbio. Per questo la Procura della Repubblica ha chiesto l’assoluzione per un 30enne di Corteno Golgi che le indagini avevano indicato come il presunto responsabile degli spari esplosi da una collina che il 18 novembre 2018 avevano raggiunto Giacomo Gazzoli, che all’epova aveva 71anni ed era al volante della sua auto, e che da allora è costretto su una sedia a rotelle.

Nel processo che si sta celebrando con rito abbreviato ieri è stato il giorno della discussione e il pm Claudia Moregola ha chiesto di assolvere l’imputato.

Una richiesta basata su una circostanza emersa nella precedente udienza del processo e portata alla luce da una consulenza balistica richiesta dalla difesa: stando all’esperto nessuna delle armi sequestrate all’imputato corrisponde ai fori sull’auto di Gazzoli. I fori sull’auto e sul sedile sono più piccoli delle armi sequestrate e quindi non sono ritenuti compatibili.

Le armi, tutte legalmente detenute, erano state trovate dai carabinieri nel corso di una perquisizione e poi analizzate. Nel corso delle indagini sarebbe emersa anche la presenza di un’altra arma: un fucile che l’imputato avrebbe ammesso di detenere e che avrebbe però distrutto prima che fosse trovato dai militari perché detenuto illegalmente. Impossibile dunque stabilire se quell’arma effettivamente esista o sia mai esistita e se sia stata quella che ha ferito il 71enne a Corteno Golgi.

Nello stesso processo la Procura aveva chiesto una propria consulenza balistica per stabilire la traiettoria, e quindi il punto di partenza, del colpo che ha raggiunto e ferito gravemente Gazzoli. I consulenti avevano individuato una zona specifica di una collinetta a circa 400 metri dalla strada, non lontano da casa dell’imputato, in cui le indagini avevano chiarito che l’imputato era solito esercitarsi e che si ritiene sia il punto dal quale sono stati esplosi i colpi. Si tratta però di una zona aperta in cui chiunque - è stato spiegato dalla difesa - avrebbe potuto appostarsi con un arma ed esplodere dei colpi.

Secondo chi ha indagato quel giorno, dalla collinetta, qualcuno stava sparando per gioco, per esercitarsi all’uso della carabina, in direzione di alcuni cartelli stradali effettivamente segnati da alcuni colpi. Un proiettile vagante aveva raggiunto l’auto di Gazzoli, aveva trapassato la carrozzeria e il sedile della vettura prima di conficcarsi nella schiena dell’uomo. Che da allora è costretto su una sedia a rotelle. Si torna in aula il 20 giugno per la discussione e le conclusioni con le richieste da parte della difesa.

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