Valcamonica

Il Paghera «deviato» scava la montagna: in pericolo il sentiero che porta all’Aviolo

Una porzione del versante è già franata e centinaia di metri cubi di materiale sono finiti a fondovalle, verso Vezza d'Oglio
La frana all'Aviolo vista dall'alto
La frana all'Aviolo vista dall'alto
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Già in estate con il maltempo di luglio il corso del torrente Paghera - che solca l’omonima vallata dal rifugio Aviolo fino al fondovalle di Vezza d’Oglio - era stato deviato.

Un fenomeno naturale che ha portato le acque a non scorrere più nell’alveo di sempre, ma alcuni metri più a destra, verso il sentiero che porta all’Aviolo, uno dei più battuti e amati dagli escursionisti (sono decine di migliaia le persone che, ogni stagione, salgono a 1.930 metri per ammirare le acque verdi incastonate tra le montagne della Val Gallinera). In tre mesi l’anomalo scorrere del torrente ha determinato un dissesto preoccupante, con una porzione del versante montano, a picco, che è franata a valle e centinaia di metri cubi di materiale che sono finiti a fondovalle, dove passa il Paghera. 

Il dissesto

Dapprima è stata completamente ostruita la briglia, realizzata pochi anni fa per trattenere i detriti portati a valle dal torrente; oggi il materiale si sta depositando velocemente in alveo, facendolo tracimare anche nei pressi della strada di fondovalle che conduce al rifugio Alla Cascata, punto di partenza per l’Aviolo. A documentare ciò che sta accadendo sono una serie di immagini scattate da Enel, che in zona ha alcuni manufatti e che ha segnalato la cosa. 

Il torrente Paghera - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il torrente Paghera - Foto © www.giornaledibrescia.it

L’Amministrazione, già a conoscenza dell’accaduto, ha allertato nel fine settimana l’Ufficio territoriale della Regione, responsabile del reticolo idrico primario, perché intervenga al più presto. Serve d’urgenza lo svuotamento della briglia e, quindi, capire come intervenire per fermare la frana. Diversamente potrebbe non essere più percorribile neppure il sentiero per l’Aviolo, con danni anche per il turismo dell’area.

La «frana dell’Aviolo» si aggiunge ai tanti fronti pericolosi della Valcamonica, tra cui la Valrabbia, Niardo, il Blè e tutti gli altri. Situazioni delicatissime che si ripresentano con frequenza. «Le piogge di venerdì hanno aggravato una situazione già conosciuta - spiega Gian Battista Sangalli, direttore di area in Comunità montana -: il nuovo corso del torrente provoca una grossa erosione, perché scava non su roccia, ma su terra, ed è vicino alla mulattiera per l’Aviolo. In prospettiva potrebbe interromperla, perché non più sicura. E poi arrivano ingenti detriti a fondovalle e il torrente, che già fuoriesce, occupa la strada asfaltata che sale in Val Paghera. La situazione è delicata e quanto successo in queste ore ha complicato tutto. Serve ora una verifica in quota, per capire come intervenire, se è possibile riportare il torrente nell’alveo precedente e rimediare, prima che la situazione peggiori».

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