Valcamonica

Il Leonardo di Ferri Piccaluga ora abita a Palazzo Cultura

Le figlie della studiosa scomparsa nel 2010 hanno donato i suoi libri e suoi documenti
AA

Pare quasi di sentirla, entrando nella nuova stanza a volta a lei dedicata, mentre disserta su Leonardo, sulla scultura lignea, sulla storia, sull’arte e sui viaggi. Ci sono tutti i suoi libri, i documenti, gli appunti, i quaderni e molti post it. La ricercatrice, docente universitaria e storica Gabriella Ferri Piccaluga, scomparsa nel 2010, continua a vivere nel suo prezioso studio pieno di cultura ma non a Milano, dove risiedeva con la famiglia, bensì in Valcamonica, a Breno, in uno spazio archivio creato appositamente con i materiali donati dalle figlie Emanuela e Antonietta.

Al Palazzo della Cultura, l’inaugurazione del fondo Ferri Piccaluga, dove sono confluiti migliaia di documenti raccolti in una vita di studio e viaggi. Un modo per non disperdere un patrimonio tanto prezioso e l’occasione per invitare i giovani a praticare la ricerca. L’archivio non sarà infatti chiuso, ma diverrà il punto di partenza per nuove e appassionate ricerche.

Era proprio una passione indomabile che ha accompagnato la Piccaluga durate tutta la vita. Uno stile e un metodo che trasferiva alle figlie e al marito, coinvolgendoli nei suoi studi. Ed è proprio di questo che l'altra mattina, al palazzo della Cultura, hanno parlato Emanuela e Antonietta, nel firmare l’atto di donazione dei materiali al sistema bibliotecario camuno. Un luogo non scelto a caso, visto che la professoressa amava la Valcamonica.

«Abbiamo trovato qui un interesse vivo ed emozionato - ha detto la figlia Emanuela -, è come se tornasse in un luogo che ha frequentato per molti anni. Il suo sapere è sempre stato condiviso con tutti e qui continuerà a esserlo». Chiunque potrà consultare i testi donati: la catalogazione effettuata dal marito sarà rivista per adeguarla agli standard della rete bibliotecaria, così come andranno archiviati i tanti faldoni con appunti e documenti. «Questo lascito - ha dichiarato la presidente del Distretto culturale Simona Ferrarini - deve essere il punto di partenza per altri studi, tesi e ricerche, per incrementare il fondo per l’ebraismo e Leonardo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia