Valcamonica

Guerra della polenta sul copyright del mais nero spinato

Annunciata in Valcamonica la ripresa della coltivazione di mais nero spinato, ma da Bergamo è arrivato lo stop: "Il nome è da cambiare"
AA

Scaramucce agroalimentari tra valli bresciane e bergamasche, che rischiavano di sfociare nella guerra della polenta: nei mesi scorsi, i sindaci di Piancogno ed Esine avevano annunciato la ripresa della produzione del mais nero spinato di Vallecamonica, pronto per essere inserito in un progetto comprensoriale di valorizzazione degli antichi prodotti del territorio. Ma non avevano fatto i conti con un avvocato di Gandino (paese della Bergamasca) che, nei giorni scorsi, ha scritto una lettera ai due primi cittadini camuni diffidando chiunque dall’utilizzo del termine «mais nero spinato» considerato un «copyright» degli agricoltori bergamaschi.

In un misto di sorpresa e ironia, i sindaci hanno deciso di fare dietro front per evitare inutili e - soprattutto - dispendiosi contenziosi a livello legale: da adesso in avanti, quindi, guai a chi lo chiamerà spinato: sarà semplicemente «mais nero dell’Annunciata e di Esine». E la querelle per ora può considerarsi chiusa. Sulla polenta più buona, ci riserviamo il giudizio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia