Valcamonica

Giù le saracinesche, chiudono due bar storici del paese

I due locali della famiglia Caretta e del centro sportivo erano crocevia per tutti da anni
In via della Fonte. Chiude il bar, punto di riferimento del centro sportivo
In via della Fonte. Chiude il bar, punto di riferimento del centro sportivo
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Niente drammi se a Cogno chiude un bar di paese. Ma se sono due in meno di un mese, è difficile non preoccuparsi. Abbassate (per sempre?) le saracinesche dello storico Bar Caretta e del bar del centro sportivo comunale: tra giugno e luglio (causa contratti di affitto in scadenza e controversie tra privati) nella frazione di Piancogno hanno girato le sedie sul tavolo i due locali pubblici più vecchi del paese.

Davanti agli effetti micidiali del binomio invecchiamento-spopolamento del paese, la piazza rumoreggia forse dimenticando che su via Nazionale si affacciano ancora una farmacia, altri due bar, il centro anziani, parrucchieri, la chiesa con l’oratorio, una decina di negozi, la pizzeria da asporto, una fiorista e la sede della Pro loco di Piancogno. Girando tra le vie del centro, la sindrome da «abbandonati di periferia», è palpabile.

Il bar Sport della famiglia Caretta si affaccia sulla piazzetta del paese ed è sempre stato un crocevia di colazioni e schedine. Non si sa se e quando riaprirà e vederlo chiuso, dopo tanti anni, fa un certo effetto. Più avanti, in via della Fonte, sono rimasti a bocca asciutta anche i frequentatori del centro sportivo comunale. «Avevamo affittato il bar a un’associazione sportiva di Cividate che era in scadenza di contratto e ha deciso di ritirarsi». spiega Gianni Brizzi del Centro sportivo comunale di Piancogno (Cscp).

«Il nostro centro - continua - comprende i campi da tennis, bocce e calcio e il bar era un riferimento importante anche per gestire le prenotazioni: finora, proposte concrete di gestione non ce ne sono». Il Cscp vive grazie al lavoro di alcuni volontari, al sostegno economico del Comune e al canone di affitto riscosso dai campi da gioco e dal bar.

«Riusciamo a malapena a pagare le spese delle manutenzioni e, purtroppo, periodicamente ci troviamo in emergenza come questa. Speriamo - conclude Brizzi - che qualcuno si faccia avanti al più presto».

 

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