Valcamonica

Ex Selca di Berzo Demo, ultimatum per i rifiuti

Curatore fallimentare e proprietà hanno adesso 30 giorni per rimuoverli dal sito e smaltirli
Trenta giorni di tempo per rimuovere i rifiuti dal sito dell’ex Selca - © www.giornaledibrescia.it
Trenta giorni di tempo per rimuovere i rifiuti dal sito dell’ex Selca - © www.giornaledibrescia.it
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Il curatore fallimentare di Selca Giacomo Ducoli e la proprietà, oggi in mano all’amministratore unico Gennaro Portanova, devono rimuovere i rifiuti abbandonati nel sito e provvedere al loro smaltimento o recupero, previa presentazione di un piano di rimozione-recupero entro trenta giorni al commissario del Comune di Berzo Demo Anna Frizzante.

Svolta nell’annosa vicenda dell’ex Selca di Forno Allione, dove da una decina d’anni sono stoccati rifiuti pericolosi e non. Il commissario prefettizio, che fa le veci del Municipio dopo le dimissioni del sindaco a inizio anno, ha emanato mercoledì un’ordinanza che parla chiarissimo, mettendo nero su bianco quanto già stabilito il Consiglio di Stato.

La svolta

L’ordinanza arriva infatti dopo un doppio pronunciamento di Palazzo Spada. Il primo a gennaio 2021, stabilì che il curatore non può essere esente da responsabilità «lasciando abbandonati i rifiuti», perché i costi ricadrebbero sulla collettività incolpevole e in antitesi con il principio comunitario «chi inquina paga», stabilendo che «ricade sul fallimento l’onere di ripristino e smaltimento dei rifiuti», così come i relativi costi. Il curatore, ad aprile 2021, ha rinunciato a liquidare il bene, abbandonando l’area (di conseguenza la proprietà è tornata alla società Selca).

Il secondo passaggio nel marzo scorso, quando il Consiglio ha affermato che il curatore, nonostante la dismissione dei beni, non è esente da responsabilità di diritto pubblico.

La situazione si è aggravata ulteriormente negli ultimi mesi, da quando Arpa ha rimarcato la situazione di ammaloramento dei capannoni, che comporta un’esposizione dei rifiuti contenuti, non oggetto della messa in sicurezza temporanea avvenuta nel 2016, oltre a una compromissione dello stato delle «big bag», i contenitori presenti all’esterno, con rischio di aggravio della contaminazione.

Proprio alla luce di questa comunicazione, dove Arpa segnala l’aggravata sussistenza di rischio igienico-sanitario per la presenza dei rifiuti, il commissario prefettizio ha ritenuto necessario e non più differibile emanare l’ordinanza. La stessa Frizzante ha anche sottolineato che le ordinanze del Comune non sono mai state sospese e che è una norma a imporre al fallimento l’obbligo di provvedere alla rimozione, smaltimento e ripristino dei luoghi. Obbligo violato, visto che il curatore ha omesso ogni cautela e tollerato la presenza del materiale abbandonato.

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