Valcamonica

Ex Selca di Berzo Demo, troppe le incognite sull’area camuna

A tredici anni dal fallimento sull’ex sito industriale gravano ancora scorie da smaltire
L'area della ex Selca a Berzo Demo - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
L'area della ex Selca a Berzo Demo - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Processi, progetti, polemiche, incontri, scontri, proposte, parole, ordinanze, ricorsi e sentenze: tredici anni, dal giorno del fallimento, e sull’ex sito industriale della Selca di Forno Allione non c’è alcuna certezza. Anzi, semmai fosse possibile, pare addirittura che le cose si stiano ulteriormente ingarbugliando. Se a inizio anno la conferenza dei servizi aveva dato il via libera al piano di smaltimento dei rifiuti presentato dal curatore fallimentare Giacomo Ducoli, dando speranza che qualcosa potesse - finalmente - accadere, negli ultimi tempi è tornato il buio.

La scorsa settimana la procura di Brescia ha iscritto nel registro degli indagatati, ipotizzando il reato di inquinamento ambientale, l’ex sindaco di Berzo Demo Gian Battista Bernardi, costretto a dimettersi dalla carica di primo cittadino un anno fa per una serie di appalti non chiari e rinviato a giudizio il prossimo giugno, e il curatore Ducoli. Di conseguenza, all’inizio della settimana all’ex Selca sono arrivati l’Arpa Lombardia e i carabinieri, per effettuare delle nuove indagini e stabilire il grado di inquinamento dell’area. Un nuovo capitolo che arriva dopo che, alcuni mesi fa, i militari dell’Arma avevano acquisito dei documenti in Comune a Berzo Demo e nello studio commercialisti del curatore a Breno, al fine di «fare chiarezza su una vicenda che va avanti da troppi anni e che troppe volte ha visto uno scarico di responsabilità tra ex proprietà, curatela e amministratori pubblici».

Di mezzo c’è stata l’ordinanza del commissario prefettizio Anna Frizzante, che da un anno regge il Comune di Berzo Demo e che lo scorso giugno ha imposto al curatore e alla proprietà del sito ex Selca di rimuovere i rifiuti abbandonati e di smaltirli o recuperarli in seguito alla presentazione di un piano di rimozione-recupero. Ducoli ha fatto ricorso contro l’ordinanza, ma ha anche preparato il piano di smaltimento approvato dalla conferenza dei servizi, che sarà vagliato dal giudice fallimentare. Restano però aperti parecchi interrogativi: le risorse a disposizione del fallimento basterebbero per smaltire solo un terzo dei rifiuti presenti nella Selca, chi garantirà il resto? Quale sarà la destinazione finale dei rifiuti? Quali i tempi per la rimozione e il trasporto?

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