Valcamonica

Contro il bostrico dell’abete rosso arrivano quasi due milioni di euro

Dopo la tempesta Vaia del 2018 arrivano nuovi fondi alla Comunità montana della Valcamonica destinati a 11 Comuni
Piante devastate dalla tempesta Vaia in Valcamonica
Piante devastate dalla tempesta Vaia in Valcamonica
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Prime armi (finalmente) per combattere il bostrico in Valcamonica. Si tratta di fondi che arrivano dal ministero dell’Ambiente, concessi alla Comunità montana in qualità di ente gestore della Riserva della Biosfera Vallecamonica-Alto Sebino (una delle venti in Italia e delle 78 nel mondo) e da spendere in 11 comuni: Ponte di Legno, Temù, Edolo, Saviore, Cevo, Berzo Demo, Paspardo, Cimbergo, Bienno, Berzo Inferiore e Pisogne.

Si tratta di 1,86 milioni di euro, di cui 39mila euro vanno ad alcuni istituti comprensivi per realizzare percorsi di educazione ambientale.

Gli interventi da realizzare saranno per la gestione forestale sostenibile, attraverso azioni di recupero e valorizzazione dei boschi che, negli ultimi anni, sono stati flagellati dal bostrico dell’abete rosso post tempesta Vaia.

Quali fondi

I fondi derivano dal mercato dei crediti di carbonio, un sistema in cui le aziende possono acquistare e vendere «crediti» che rappresentano la riduzione delle loro emissioni di gas serra, contribuendo così a mitigare i cambiamenti climatici.

Il mercato dei crediti di carbonio incentiva economicamente le aziende a ridurre le proprie emissioni di gas serra e il ministero ha deciso di investire questi crediti per il patrimonio naturale Unesco italiano.

Gli interventi

In Valcamonica, grazie alla presenza della Riserva della Biosfera, le risorse saranno investite in un’operazione di miglioramento e adattamento forestale a seguito della proliferazione del bostrico, un problema fitosanitario che ha colpito decine di ettari di boschi. Sarà un’operazione che permetterà di migliorare l’assetto forestale di alcune aree dove il problema è esploso, rallentandone l’espansione e contribuendo alla formazione di foreste sane e resilienti, in grado di svolgere al meglio la loro funzione di assorbimento dell’anidride carbonica.

«Questi sono i primi contributi riconosciuti al territorio camuno da quando, nel 2018, è stato inserito nel programma Unesco Man and Biosphere – affermano dalla Comunità montana -. Una sorta di premio, quindi, per quanti, amministratori e non, hanno creduto nella bontà di un progetto legato allo sviluppo sostenibile del territorio e all’uso equilibrato delle risorse, e che in questi anni lo hanno sostenuto con idee, azioni, iniziative. È la dimostrazione del valore degli sforzi fatti per ottenere il riconoscimento quale Riserva di Biosfera, oltre che stimolo a proseguire il percorso di integrazione uomo e ambiente». 

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