Valcamonica

Appalti pilotati, arrestato il sindaco di Berzo Demo

È ai domiciliari, con lui anche il responsabile del servizio tecnico manutentivo dello comune. L'inchiesta su gare per attività pubbliche
Una veduta di Berzo Demo - © www.giornaledibrescia.it
Una veduta di Berzo Demo - © www.giornaledibrescia.it
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Con le accuse di turbata libertà degli incanti e di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente questa mattina il sindaco di Berzo Demo paese dalla Vallecamonica, Giovan Battista Bernardi è stato arrestato su ordinanza di custodia cautelare. Ora si trova ai domiciliari. Arrestato e come il primo cittadino ristretto ai domiciliari anche il responsabile del servizio del settore tecnico manutentivo e patrimonio dello stesso Comune. Indagate a piede libero altre tre persone, il segretario comunale che deve rispondere di falso, un imprenditore coinvolto nelle gare d'appalto e il responsabile del Cuc (Centro unico di committenza).

Il primo cittadino - già alla guida del municipio dal 2014unico candidato alle ultime elezioni nel 2019 - è coinvolto in un’inchiesta del pubblico ministero Donato Greco su presunti appalti pilotati per realizzare attività pubbliche sul territorio comunale. Un’indagine nata da un esposto della minoranza in consiglio comunale. Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, attraverso attività d’intercettazione telefonica e ambientale ma soprattutto attraverso l’analisi di numerosi documenti amministrativi, sono emerse presunte irregolarità nella gestione delle gare di appalto e nell’assegnazione dei lavori per la fornitura di materiale edile, dei servizi di pulizia degli immobili comunali, oltre che dell’affidamento dei servizi di videosorveglianza.

Inizialmente sotto la lente degli inquirenti e della magistratura bresciana era finita la procedura finalizzata alla fornitura di materiali edili al Comune di Berzo Demo. Alla gara aveva partecipato un’unica ditta cui era stato affidato l’incarico, seppur in realtà i materiali sarebbero stati forniti al comune dall’azienda di famiglia della quale il primo cittadino risulta socio al 45%. Secondo chi indaga irregolarità  sarebbero state registrate per i servizi di fornitura relativi ai periodi 2018-19 e 2020-22.

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