Valcamonica

Allarme rosso per il bostrico in Valcamonica: «Peggio della tempesta Vaia»

Per bonificare i boschi servono oltre 13 milioni. Altri focolai a Bienno, Ceto, Cimbergo, Saviore e Sonico
Il colore degli alberi colpiti dal bostrico © www.giornaledibrescia.it
Il colore degli alberi colpiti dal bostrico © www.giornaledibrescia.it
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Di che colore sono i boschi? Verde è la prima risposta che balza in mente, chiaro o scuro che sia. Da circa un lustro, dalla tempesta Vaia, in Valcamonica si è purtroppo inserita una nuova tonalità, complementare ma nient’affatto salutare: il marrone chiaro, il colore che assumono gli alberi secchi, ormai morti. Alzando gli occhi sulle vette dell’intera vallata, da Pisogne al Tonale, ovunque si scorgono piccole e grandi chiazze marroni. Sono i boschi colpiti dal bostrico, il terribile insetto che si infila sotto la corteccia e determina la morte degli alberi.

Stagione dopo stagione, sono sempre più numerose le aree dove il parassita sta colpendo, distruggendo, di fatto, la vegetazione. E fa tristezza, anche nel parco dell’Adamello, anche sulle montagne più belle di Ponte di Legno e delle località turistiche, vedere gli alberi privi della loro vitalità. Una vera e propria emergenza per la Valle, al punto che il direttore del servizio Gestione del territorio della Comunità montana, Gian Battista Sangalli, non ha esitazione ad affermare: «La nostra vera criticità, oggi, è il bostrico, non più gli incendi, com’è stato finora».

Cercansi fondi

La tempesta Vaia ha distrutto centinaia di ettari di bosco, ma i fondi per intervenire sono arrivati e i lavori vanno ancora avanti. Soldi che invece, non ci sono per contrastare il bostrico. Che, anche per questo, si sta mangiando una bella fetta di verde. «In questo momento - afferma Sangalli - non abbiamo risorse dedicate per la mitigazione del bostrico - li abbiamo chiesti, ma quanto concesso è di molto inferiore alle grandi necessità. In fondo, se si tagliassero le piante bostricate si diminuirebbe anche il rischio incendi».

Per bonificare i boschi camuni infestati servirebbero oltre 13 milioni, cifra che, ogni anno, sale sempre più, perché è impossibile programmare una seria lotta all’insetto (vengono effettuate solo delle bonifiche su specifici areali, di dimensioni spesso contenute). I monitoraggi riferiscono di nuovi focolai, ad esempio, a Bienno, Ceto-Val Paghera, Cimbergo, Saviore-Fabrezza-Valle, Sonico-Val Malga e in tutta l’alta Valle.

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