Valcamonica

Alla scoperta dell’arte rupestre, la lingua che riunì gli uomini

Il congresso internazionale nel cuore del sito Unesco per studiare il ricco ma fragile patrimonio
ARTE RUPESTRE, VALCAMONICA CAPITALE
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Nelle lingue - in tutte le lingue del mondo - il discorso ripetuto riverbera le esperienze vissute in modo intenso dai gruppi umani, così da imprimersi nella memoria collettiva.

Un fenomeno esistente già 60mila anni fa, quando il linguaggio predominante, capace di unire l’umanità e di fondere passioni, speranze e riti ancestrali era rappresentato dalle incisioni rupestri, una vera e propria arte ante litteram. Ed è proprio dall’attenzione per queste primordiali manifestazioni dell’intellettualità come momento fondante della cultura che si sviluppa il concept del 20esimo congresso internazionale Ifrao «Sulle spalle dei giganti», che si terrà dal 29 agosto al 2 settembre a Darfo Boario Terme.

L’obiettivo della rassegna, infatti, è quello di mettere al centro l’arte rupestre come fonte di ispirazione per l’uomo moderno, affinchè possa guardare al di là delle attuali culture. A presentare l’anteprima dell’importante appuntamento un ricco parterre di relatori, intervenuti ieri nel Sala Gonfalone del palazzo della Regione a Milano.

Oltre all’assessore alla Cultura della Regione Stefano Bruno Galli e a Maria Giuseppina Ruggiero del ministero dei Beni e delle attività culturali, hanno partecipato il direttore del Centro camuno di studi preistorici Tiziana Cittadini, il segretario generale del congresso Angelo Fossati, il presidente del gruppo istituzionale di coordinamento del sito Unesco n. 94 «Arte Rupestre della Valcamonica» Sergio Bonomelli e il presidente della Provincia di Brescia Pier Luigi Mottinelli.

«Questo congresso - ha detto proprio Mottinelli a margine della presentazione - è il giusto riconoscimento per la Valcamonica, che negli anni si è molto impegnata in questo percorso. In Valcamonica siamo sempre stati capaci di lavorare in maniera sinergica».

«Nella scorsa legislatura - ha concluso Mottinelli - l’assessore regionale Attilio Fontana aveva lavorato per portare la rosa camuna - le nostre origini - nel brand della Regione Lombardia. Oggi possiamo dire che questo è un altro passo nel percorso di valorizzazione del territorio».

Un luogo importante anche dal punto di vista simbolico, insomma, quello della Valcamonica, dove la presenza della croce ansata - forse raffigurante guerrieri che danzano attorno ad una rosa per difenderla dall’aggressione - crea un filo diretto con Portogallo, Svezia, Gran Bretagna e l’antica Mesopotamia, dove sono state ritrovate incisioni simili.

 

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