Addio a Toni Secchi, lavorò con Visconti
A poco più di un mese dal compimento del suo 89esimo compleanno, si è spento nella notte tra sabato e domenica, l'eclettico Toni Secchi. Se ne è andato in modo silenzioso, in contrasto con il suo carattere, sempre scherzoso e con una battuta per tutti.
Nato a Sampierdarena nel 1924, da piccolo trascorre le vacanze estive ad Edolo dove si fa conoscere e apprezzare per la sua giovialità. Diplomato al liceo classico, dopo l' 8 settembre 1943 viene mandato in Germania per addestramento militare, ma al rientro in Italia diserta e si aggrega alle «Fiamme Verdi», combattendo nella battaglia del Mortirolo come mortaista e rimanendone ferito.
Finita la guerra, rimane in Alta Valle, un po' ad Edolo e un po' a Ponte di Legno. Da sempre Toni dimostra una grandissima passione per il cinema e la fotografia e intorno al '46 comincia a lavorare come operatore nella «Settimana Incom» ed è allora che comincia a frequentare personaggi importanti e riesce addirittura a fare le fotografie in esclusiva del matrimonio tra Rita Hayworth e Ali Khan. Da quel momento le porte del cinema si aprono per Toni Secchi che nel '57 realizza con Ferroni un lungometraggio dal titolo «L'Oceano ci chiama» e poco dopo con Folco Quilici, in Africa «I mille fuochi». Sarà anche operatore delle Olimpiadi di Cortina e Roma.
Nel '59 è Franco Rossi a chiamarlo per «Morte di un amico», film tratto da un soggetto di Pier Paolo Pasolini con la musica diretta da Ennio Morricone. È proprio in questi anni che conosce la brava e bellissima Alba Wiegele, in arte Marina Doge, attrice di cinema e teatro. Toni si trasferisce così a Roma dove diventa direttore della fotografia, conosce e lavora con personaggi del calibro di Luchino Visconti, Gian Maria Volontè, Gina Lollobrigida, Jean-Paul Belmondo, Tomas Milian e molti altri. Tra i suoi lavori più importanti: «Mare Matto», «Italiani brava gente», «Un dollaro bucato», «Un fiume di dollari», «Quien Sabe?», «Leonardo Da Vinci». Elementi elencati anche nella biografia «Toni Secchi artigiano dello sguardo» scritta da Vladimir Clementi.
Nel '75, dopo anni di lavori, viaggi, incontri con genti, culture e tradizioni diverse, molla tutto e si trasferisce a Ponte di Legno che lo adotta come un figlio. Continua a lavorare realizzando filmati per la scuola sci Miramonti e collabora con Alfredo Faiferri alla produzione di film per la scuola. Grande amante della montagna, era anche un cacciatore anomalo e raramente ha ucciso un animale, «perché... in fondo non mi hanno fatto niente...». Solo pochi giorni fa, guardando il gruppo del Castellaccio, ricorda Faiferri, ha detto: «Come avrei potuto rinunciare a questo spettacolo, stando lontano da questi posti?».
Laura Zampatti
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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