Università

UniBs ha partecipato alla scoperta di 20mila nuovi (utilissimi) micro virus

Sono agenti infettivi formati da Rna, la molecola a singola elica cugina del Dna, che potranno avere numerose applicazioni in biotecnologia
Una ricercatrice in laboratorio
Una ricercatrice in laboratorio
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È coinvolta anche l’Università degli Studi di Brescia nella scoperta di ventimila nuovi micro virus (agenti infettivi formati da Rna, la molecola a singola elica cugina del Dna) che promette di aprire nuove strade nella biotecnologia, grazie alle diverse applicazioni che se ne potranno fare. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, è stato condotto dall'Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante e dall'Istituto di Tecnologie Biomediche di Bari del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione appunto con UniBs e altre istituzioni internazionali. 

Questi micro virus potrebbero consentire il controllo biologico di malattie delle piante, ma potrebbero anche essere sfruttati per nuovi vaccini virali, cioè quei vaccini che usano un virus per trasportare all'interno delle cellule le istruzioni per attivare il sistema immunitario. «Fino a poche settimane fa, si conoscevano solo pochissimi di questi agenti infettivi: numeri che li facevano apparire come una stranezza biologica», spiega Francesco Di Serio di Ipsp-Cnr e co-autore della ricerca guidata da Marco Forgia e Beatriz Navarro, entrambi di Ipsp-Cnr.

«Questa ricerca ci ha dato l'opportunità di identificare migliaia di agenti infettivi con caratteristiche simili - prosegue Di Serio - che potrebbero rappresentare potenziali nuove specie, un punto di svolta nell'ambito delle conoscenze sulla biodiversità microbica"» I risultati ottenuti, basati sull'analisi di dati pubblicamente accessibili, offrono numerose prospettive di applicazione. «Questa metodologia potrà essere utilizzata per cercare nuovi agenti infettivi in qualsiasi organismo ed eventualmente per associarli a malattie le cui cause sono ancora sconosciute» afferma Di Serio. Inoltre, «queste entità potrebbero consentire il controllo biologico di malattie fungine delle piante e magari, in futuro, anche di patologie degli animali e dell'uomo. Infine - conclude il ricercatore - consideriamo anche il crescente interesse per gli Rna come nuova generazione di molecole terapeutiche, inclusi i vaccini virali».

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