Cultura

VHP, tutte le sfumature del pop dal vivo con Joe Bastianich

Martedì 31 gennaio la band Vittoria and the Hyde Park presenta il disco d'esordio alla Latteria, con ospite Bastianich
Vittoria and the Hyde Park ft. Joe Bastianich - This Spell
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Assi nella manica tenuti in serbo per un’incalzante volata finale, quella per tagliare il traguardo dell’uscita del primo album. Sono i cinque brani inediti che, insieme ad altrettanti singoli già passati nelle classifiche internazionali, compongono «#VHP», disco d’esordio dei Vittoria and the Hyde Park, uscito il 26 gennaio. Mentre la band si prepara al release party - atteso sul palco di Joe Bastianich - per domani, martedì 31 gennaio, alla Latteria Molloy (via Marziale Ducos 2/b, Brescia, ore 22 con ingresso libero; oppure cena con la band in dialogo con Jean Luc Stote alle 20.30 a 10 euro), l'ascolto dell'album si rivela un'esperienza movimentata dal gusto di sperimentare, che tuttavia rivela subito sonorità coerenti con il percorso artistico costruito dal gruppo lungo i due anni di live, durante i quali i Vhp (Vittoria Hyde, Silvia Ottana, Lorenzo Ferrari e Gabriele Tirelli) hanno messo a fuoco la propria natura.

 

I Vittoria and the Hyde Park: da sinistra, Silvia Ottana, Lorenzo Ferrari, Gabriele Tirelli e Vittoria Hyde
I Vittoria and the Hyde Park: da sinistra, Silvia Ottana, Lorenzo Ferrari, Gabriele Tirelli e Vittoria Hyde

 

Un’identità fatta di alchimie di generi ben ancorate alle melodie orecchiabili, declinate abbracciando tutte le sfumature del pop. La playlist si allunga fino a 12 brani grazie a 2 canzoni riproposte anche in versioni speciali. Innanzitutto il singolo di lancio «This spell (featuring Bastianich)» d’ispirazione funk anni Settanta con le tinte ritmiche del basso che omaggiano Jamiroquai. Il giudice di MasterChef duetta con Vittoria (e danza nel videoclip diretto da Ivica - in uscita venerdì prossimo - che strizza l’occhio all’estetica del film «Jackie Brown» di Quentin Tarantino). 

 

 

A ripetersi è poi la recente «Fever», anche in versione electro-acoustic: delicate note di pianoforte e lampi energici di sintetizzatore. È il vero manifesto poetico dei Vhp, con un testo che allude alla forza di volontà necessaria nella vita per diventare ciò che si desidera, ben sorretto dalla voce di Vittoria in equilibrio tra le atmosfere rarefatte delle strofe e l’inciso dove le parole si inseguono,esplorando gli istinti sincopati del rap. L’orizzonte di riferimento per il lavoro di studio, in particolare sugli arrangiamenti, è la scena musicale di Los Angeles, dove vivono l’autore bresciano Renato Sebastiani e il produttore Alessandro Calemme, all’impegno dei quali si sono aggiunte le sessioni di produzione milanesi con Cristian Milani. 

 

 

Apre il disco l’allegria di «Burn down the summer» già sigla della serie tv brasiliana Rock Story, ma i veri spunti rock arrivano subito dopo con la novità «Liars and thieves», basso distorto e groove in stile Blondie. La dance di «No vacancy» con sound sulla linea dei The Chainsmokers anticipa l’ultimo singolo «This spell» e le soffuse ritmiche latine delle percussioni di «If tomorrow never comes», nuova come «Dimes» la vera perla nascosta tra gli inediti, con il brillante connubio tra le voci di Ben Alexander dei Planet Funk e Vittoria. Chiudono «Let’s talk about us» e «Tomorrow», tra le quali arriva «Calling you names» un lento intenso, da viaggio californiano.

 

 

 

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