Cultura

Veronesi: «Amo parlare con i miei lettori: mi fa sentire vivo»

Dopo il successo de «Il colibrì», l’autore confessa: «Non ero mai stato tanto dietro ad un libro»
Lo scrittore Sandro Veronesi
Lo scrittore Sandro Veronesi
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Sandro Veronesi - che nel luglio scorso ha vinto per la seconda volta il Premio Strega, il maggior riconoscimento letterario italiano, con «Il Colibrì» (La Nave di Teseo) e che negli anni si è aggiudicato anche tutti gli altri premi letterari che contano, dal Campiello al Viareggio - con il suo ultimo, fortunato romanzo da quasi un anno è presente ai piani alti della classifica dei libri più venduti. In questo che per lui è veramente un anno d’oro, sarà presente - ammantato da un carisma che lo acclama, ormai, come uno dei maggiori scrittori italiani contemporanei - a tre eventi in Lombardia: dopo la presenza ad «OltreConfine», ieri sera, venerdì 11 settembre, a Breno, alle 21 al cineteatro Giardino, sarà oggi al Festivaletteratura di Mantova alle 14,30 a Palazzo Ducale (piazza Castello), e domani, domenica 13 alle 11 alla Tenda Sordello sempre nella kermesse virgiliana, dove parlerà «Del guizzare», quella attitudine «sfuggente e inafferrabile» di molte persone, che si va espandendo in ogni ambito della vita civile.

Veronesi: che cosa ha significato per lei vincere due volte il premio Strega? 
Per me anche questa vittoria è una prima volta. Sono passati 14 anni dal primo Strega, e benché sia una cosa che ti rimane addosso perché porta tante conseguenze positive - e qualcuna anche negativa -, dopo un po’ passa tutto, perché uno non vive sempre pensando solo alla vittoria dello Strega. Ora ho vinto - non rivinto -, perché la giuria dello Strega ha premiato un altro romanzo. La fortuna per me è stata quella di trovarmi per due volte col libro giusto nella giuria giusta.

Sta già lavorando a un nuovo romanzo?
A meno di epifanie impreviste, non sto ancora pensando ad un nuovo romanzo. Sono stato impegnato dal «Colibrì» sin dal momento della sua uscita, e non ero mai stato tanto dietro a un libro. Ma lo richiedeva il suo successo, e ho deciso di stargli appresso perché bisogna incontrare i lettori, partecipare ai festival: i lettori vogliono vedere in faccia lo scrittore, stabilire con lui un amichevole rapporto di fiducia. E se non ci vai leggono un altro. Per questo, ma non solo, amo il contatto col pubblico e mi piace parlare in presenza della gente dei miei libri, raccontare a volte la loro genesi come nel caso del «Colibrì», in cui anche la psicanalisi ha un ruolo importante. Portare i personaggi ai lettori, condividere la loro esistenza, fa sì che non si tratti più di figure immaginarie, ma di esseri reali entrati nel vivo della nostra esistenza.

A che cosa lavora quindi ora?
Al momento sto scrivendo una sceneggiatura importante con Edoardo De Angelis - che dovrebbe anche essere il regista - di un film ambientato durante la seconda guerra mondiale. Il comandante di un sommergibile della régia marina italiana, un eroe della nostra storia militare, ma del quale si parla poco e che si chiamava Salvatore Bruno Todaro, ha compiuto un atto di eroismo: dopo aver affondato una nave nemica, ha tratto in salvo, e sbarcato in territorio neutrale, i nemici superstiti della nave affondata che non erano morti in battaglia. Stiamo parlando di un capitano fascista e di una vicenda istruttiva di questi tempi, che fa parte della nostra italianità. E poi ho portato avanti una bella iniziativa, vera battaglia civile.

Quale?
Sono stato promotore di una manifestazione politica in piazza San Silvestro a Roma, con una richiesta al governo abbastanza energica per adottare una serie di misure non più procrastinabili secondo noi (io, Luigi Manconi, Roberto Saviano, Michela Murgia, Ascanio Celestini e altri) circa la situazione dei migranti che arrivano via mare. È quasi delinquenziale non affrontare il problema in modo coraggioso e provare a gestirlo salvando tante vite umane. Chiediamo cose che dovrebbero rappresentare delle linee guida alternative alla possibilità di lasciarli affogare. Su questo il Ministro dell’Interno del passato governo ci ha speculato sopra politicamente; l’attuale governo non ci specula sopra, ma il comportamento è esattamente lo stesso, a nostro avviso con una maggiore dose di ipocrisia.

 

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