Cultura

«Va öle bé»: il sorriso pieno di energia di Nadia Toffa

Durante la premiazione al Museo Nazionale della Fotografia, la conduttrice ha parlato della sua malattia, ma anche dei diritti delle donne
NADIA TOFFA PERSONAGGIO DELL'ANNO
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«Va öle bé». Così, in dialetto bresciano, Nadia Toffa ha ringraziato chi l’ha applaudita al Museo nazionale della fotografia, dopo aver ricevuto il premio Personaggio bresciano dell’anno 2018.

E ora, la conduttrice, oltre a Iena, con il Mostasù in miniatura tra le mani, è anche Leonessa.

Le votazioni per il premio assegnato dal museo di vicolo San Faustino sono iniziate a ottobre, ben prima che la Toffa si sentisse male e che le venisse diagnosticato il tumore e da subito la 39enne bresciana si è piazzata in testa.

 

  • La premiazione di Nadia Toffa
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La conduttrice ha scherzato con i presenti, si è prestata a fare foto e selfie. E non si è sottratta alle domande sulla malattia.

«Mi sono sentita di lanciare quel messaggio di energia e forza perché io sono fatta così. Ci ho pensato bene perché rispetto chi vive le cose diversamente. Ho avuto molti messaggi da “addetti ai lavori” che hanno apprezzato il mio approccio, il dolore fisico è da rispettare certo, ma non c’è nulla di cui vergognarsi. E non si giudica mai il dolore degli altri».

I bresciani hanno voluto premiare «la competenza professionale e il coraggio che ha sempre dimostrato». Anche come donna: «Le donne devono prendere coraggio, e non è facile: mobbing, discriminazioni sul lavoro e licenziamenti. Sono orgogliosa che le donne si sentano ben rappresentate da me. Penso ci sia bisogno che alle donne venga dato ciò che spetta loro. Secondo me siamo pronte anche per ruoli di rilievo, anche in politica. Il segreto per emergere? Lavorare e studiare: fare lavoretti, colloqui di lavoro. È più complesso se dopo l’università ti metti a fare i colloqui. Il consiglio è mettersi alla prova prima».

Ma c’è stato spazio anche per scherzare sulla città e sull’accento bresciano: «Ero in auto con mia madre, siamo arrivati in cinque minuti e poi si trova parcheggio. Brescia è ordinata e pulita, ci torno sempre volentieri. E poi mi piace l’accento bresciano e sono dispiaciuta di averlo perso, mi torna solo se mi arrabbio».

 

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