Cultura

Stella bresciana al Royal Ballet

Valentino Zucchetti, 24 anni di Palazzolo, è solista nella celebre compagnia di Londra e lavora anche come coreografo.
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Non solo cervelli in fuga, dall'Italia; anche corpi. Come quello di Valentino Zucchetti, 24 anni, di Palazzolo, il quale - dopo 5 anni all'Accademia della Scala, è... scappato a Londra, al Royal Ballet, dove ora è solista. Sì, scappato: «Ho fatto l'audizione di nascosto - racconta al telefono - perché la direttrice di allora diceva a noi allievi di non andare a sostenere provini: si faceva solo il saggio finale e, se disgraziatamente eri indisposto, rischiavi di non metterti in luce».

Troppo poco, per questo bresciano pieno di voglia di fare ed emergere. Sogno realizzato: il 23 febbraio Valentino riceverà a Brescia il Premio Danza&Danza: «Sono contento che la cerimonia sia al teatro Grande; so che programma dei bei balletti sempre molto seguiti. Il premio è una sorpresa: sono così impegnato che non sapevo della mia candidatura».
Non è civetteria. Zucchetti a Londra studia e lavora sodo: 180 spettacoli l'anno e tournée. Più tanti lavori come coreografo, tipo quello che gli ha commissionato in questi giorni la scuola del Royal Ballet: «Qui ti fanno provare e, se vali, ti premiano».

Meglio stare su un palco o far danzare gli altri? «Ballando soddisfi il narcisismo, ma vedere una tua idea concretizzarsi sul palco e magari immaginare che potrà essere ripresa in futuro, non è male...».

Zucchetti è pragmatico, maturo. La sua storia artistica comincia 20 anni fa: «Raiuno trasmetteva il programma "Maratona d'estate" a cura di Vittoria Ottolenghi. Vidi Baryshnikov nel "Don Chisciotte" e fu una folgorazione: "Voglio diventare come lui" dissi. Tormentai talmente mia madre che mi iscrisse alla Rad (Royal Academy Dance) di Sarnico. Da lì, a 11 anni, la Scala di Milano dove mi hanno preso subito. Ma all'epoca l'impostazione dell'Accademia era claustrofobica. A Londra, invece, mi offrirono, avevo 16 anni!, una borsa di studio e l'alloggio nel convitto del Royal». E psicologicamente? «Da ragazzino ogni estate mi mandavano all'estero a studiare inglese: l'Inghilterra era un destino... A Londra la sera c'è solo l'imbarazzo di che spettacolo andare a vedere. E non occorre essere milionari: al Covent Garden puoi vedere un balletto con dieci sterline!».

I contatti con Palazzolo e l'Italia sono al lumicino: «Gli amici li ho a Londra; e anche una fidanzata, ballerina anche lei, ma all'English National».

Laura Magnetti

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