Cultura

Roberta Pompa: «Brillare da sola, ma nella sorellanza»

Esce il nuovo singolo de Le Deva, di cui la bresciana fa parte: «È tosto ed emoziona»
Le Deva pubblicano oggi il brano firmato Maiello-Rettani
Le Deva pubblicano oggi il brano firmato Maiello-Rettani
AA

Torna il pop tutto al femminile di Le Deva, con l’idea di... «Brillare da sola». Si intitola proprio così il nuovo singolo del quartetto di cantanti formato dalla franciacortina Roberta Pompa con Greta Manuzi, Verdiana Zangaro e Laura Bono: è disponibile da oggi in radio e sulle piattaforme digitali. Diverse per vocalità, personalità e background, Le Deva hanno preso nome dagli spiriti della natura della mitologia vedica, ma la «D» iniziale sottolinea fortemente l’elemento femminile, che infatti torna sempre nei testi del loro repertorio.

Accade anche in «Brillare da sola» (che pure è stata scritta da Tony Maiello e Marco Rettani), una sorta di inno al coraggio delle donne, che sanno reagire nelle circostanze avverse, «piccole stelle» che rifulgono di luce propria e illuminano anche l’altra metà del cielo.

Abbiamo approfondito il discorso con Roberta Pompa, che alle 11 di lunedì 26 ottobre sarà ospite (insieme alla collega Laura Bono) nel Magazine di Maddalena Damini su Radio Bresciasette e Teletutto.

Roberta: la canzone è in chiave femminile, seppur scritta da due uomini. Vi siete riconosciute nella storia che hanno elaborato? Forse vale anche in questo caso il detto che dietro grandi uomini ci sono grandi donne! Il brano ci è piaciuto da subito, l’abbiamo trovato perfetto per noi. Ma abbiamo aspettato il momento giusto per lanciarlo, perché si tratta di un pezzo tosto, che tocca le corde dell’emozione.

Siete molto attente all’interpretazione, con le voci che si alternano e si rincorrono, ma anche con sovrapposizioni vocali e momenti corali. Qual è il valore aggiunto di un’interpretazione tutta femminile? L’interpretazione è il momento in cui emerge la sensibilità di un’artista donna, soprattutto quando canta cose che non ha scritto e rispetto alle quali deve dunque offrire qualcosa in più, far vedere che «sente» ciò che sta cantando, come faceva per esempio Mia Martini.

Quando esordiste, nel 2016, con «L’amore merita» (un singolo che ebbe grande fortuna), l’unione di quattro voci ben diverse tra loro sembrava rispondere a un’esigenza estemporanea. Invece vi siete confermate come una realtà per certi versi unica del pop italiano. Dove volete arrivare? In alto. Amiamo cantare, vogliamo vivere di musica: per farlo dobbiamo giungere al cuore della gente. Quando ci siamo incontrate, non c’erano programmi futuri, ma la sinergia ha funzionato e abbiamo proseguito. Ora siamo amiche e la sorellanza dà frutti: ci confrontiamo con schiettezza, ci sosteniamo, vogliamo crescere insieme.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia