Cultura

Omar Pedrini: «Vi svelo il mio nuovo album»

La paternità, le nuove canzoni, i concerti: Omar si racconta mentre prepara il prossimo disco "molto british".
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Tre concerti, in altrettante zone della provincia, per salutare il pubblico di casa e dare l’arrivederci al nuovo album, che uscirà in autunno per l’etichetta di Ron. Non senza, peraltro, aver offerto l’anteprima di due canzoni.

Omar Pedrini ha suonato venerdì sera a Bienno, nel cortile delle elementari. Sabato 13 sarà ad Azzano Mella, nell’ambito della XIII Festa della birra. Giovedì 25 luglio, infine, parteciperà a «Nistoc 2013», in località Nistisino a Sulzano. Saranno le ultime uscite prima di concentrarsi sulla pubblicazione del nuovo disco di inediti, prevista per ottobre. Un long playing (ancora senza titolo) al quale lo Zio Rock ha lavorato per oltre due anni, prevalentemente al «Bluefemme» di Montirone con Marco Franzoni, facendolo crescere con pazienza, cura certosina e amore; immaginandolo (per usare un concetto caro ai britannici) come l’album «definitivo». Il disco verrà pubblicato da Le Foglie e il Vento e distribuito dalla Universal. Avrà anche un formato vinile, uno deluxe ed uno per iTunes (con due brani in più). Non solo: Omar ne sta preparando una versione nella lingua... dello yes.

Lo Zio Rock è oggi seguito da un management italo-inglese. E se da noi ne fa parte proprio Ron, sui nomi d’Oltremanica, invece, Pedrini è abbottonatissimo. Ma nelle ultime settimane è stato spesso sia a Londra sia a Manchester e sui social network sono circolate foto che lo mostrano davanti agli uffici della Ignition, ch’è la «casa» di Noel Gallagher. E se due più due fa quattro (o, meglio, «two plus two is four»)...

Nel frattempo, Omar ha incarnato un’altra, ancor più significativa nuova paternità, grazie a Emma Daria, figlia sua e della patavina Veronica Scalia, giovane avvocato («... che ora deciderà se proseguire qui da noi la professione»). «Con grande generosità del papà - dice Pedrini con un largo sorriso - la bambina è nata a Padova, per quanto avvolta in una sciarpa biancoblù. Ma adesso sta per essere battezzata a Brescia, nella chiesa di Urago Mella, da don Claudio Paganini (che battezzò anche il mio primo figlio, Pablo) e don Gigi Bonfadini».

Proprio alla vigilia dei nuovi concerti, quasi a sottolineare ancor più l’attenzione al pubblico dell’intera provincia, lo Zio Rock è venuto a trovarci in redazione, con la bimba (che ha poco più di due mesi) e Veronica.

Omar: sembra che stasera, a Bienno, farai il «malghese»...

E ne sono fiero. Terrò sì un concerto semiacustico, con due dei musicisti bresciani che stimo di più in assoluto (e che hanno collaborato al mio album): Beppe Facchetti e Carlo Poddighe. Ma, poi, mi metterò al banchetto dove si vende il «formaggio solidale» Barbusè della Cissva (un nuovo prodotto, a bassissimo contenuto di grassi), firmando una pergamena per chi lo acquisterà. Il ricavato andrà in beneficenza.

Ad Azzano sono annunciate le anteprime locali di due nuovi brani...

Sì, perché là sarò in formazione rock, molto tirata, con il batterista Alberto Pavesi al... maglio del fabbro, il chitarrista di Nave Marco Grasselli e, solo per questa data, il ritorno del grande Giancarlo Zucchi (che ha suonato le tastiere nel disco). Proporremo «Quando un uomo», ch’è anche il primo che ho inciso ed è dedicato a Daniele detto Nove (fraterno amico d’infanzia prematuramente scomparso), e «Meno male che ci sei» (il titolo è provvisorio). Un assaggio live, sinora, c’era stato solo al «Dal Verme» di Milano, con Claudia Is On The Sofa (altra bresciana che ha collaborato al disco).

Rimane «Nistoc»...

Un festival che ha una bella magia. Lì immagino una situazione un po’ hippie, in acustico, alla Crosby, Stills & Nash.

Sarà così sfaccettato anche l’album?

Sì. Lo scheletro è dato da melodie pop rock molto british, ma ci saranno anche il folk, il blues rock americano con le chitarrone, le armoniche, la slide. Potremmo dire: tra il rock degli Oasis e quello di Neil Young.

Maurizio Matteotti

 

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