Cultura

«Il mio Vasco»: mandateci ricordi e fotografie

Domani c'è il Modena Park: condividete con noi ricordi o immagini per raccontare in che modo siete legati a Vasco Rossi
AA

«Per me Vasco è attesa. E misura del tempo che passa. Come quando a 14 anni uscivo dalla lezione di nuoto e stavo alla fermata dell'autobus. Non aspettavo un quarto d'ora, ma 4 ripetizioni di "Sally". E quei 16 minuti per me erano nebbia, buio, capelli bagnati, odore di cloro e il lettore cd portatile che ronzava nella tasca. Vasco che mi teneva compagnia, mi proteggeva dalla paura dello stare sola, cantando parole che ancora non potevo capire».

Così Francesca racconta il suo Vasco, mescolando emozioni e ricordi che sono alla base dell’enorme successo che ancora oggi il cantante riscuote. Un successo che si sta per tradurre nel Modena Park, il grande live organizzato per il quarantennale della carriera

«Non sono affatto un fan di Vasco e, ammetto, gli inni generazionali degli Anni Ottanta e dei Novanta mi sono passati sopra la testa senza lasciare il segno - ci scrive invece Daniele -. Ma c'è una canzone che mi piace molto, perché la trovo - tanto nel testo, quanto nell'arrangiamento e nell'attitudine con cui viene cantata - particolarmente sincera e diretta. Una pop-song sottovalutata, dolente, ma con energia. Ottimo ritornello. È la title-track dell'album "Stupido Hotel" del 2001».

E voi? Qual è il vostro Vasco? Mandateci via mail o WhatsApp al 3895424471 ricordi o fotografie per condividere ciò che vi lega a una rockstar capace di unire più generazioni. In che modo? È lui stesso a spiegarlo: «Perché piaccio? Perché canto quello che canterebbero loro se non lo cantassi io, perché hanno paura del buio e, come me, per farsi coraggio, cantano».

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia