Cultura

Il 22 gennaio 1940 nasceva il politico Gianni Prandini

Nato a Calvisano, fu eletto per la prima volta deputato nel 1972, nelle fila della Democrazia Cristiana. Più volte ministro, è morto nel 2018
Gianni Prandini ritratto da Luca Ghidinelli - © www.giornaledibrescia.it
Gianni Prandini ritratto da Luca Ghidinelli - © www.giornaledibrescia.it
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Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.

Il 22 gennaio 1940 a Calvisano nasceva Gianni Prandini, funzionario e politico bresciano di spessore nazionale. È stato per due volte ministro: dal 29 luglio 1987 al 23 luglio 1989 a capo del dicastero della Marina Mercantile e dal 23 luglio 1989 al 28 giugno 1992 a quello dei Lavori Pubblici.

Prandini, laureato in Scienze economiche e commerciali, ha svolto per gran parte della sua esistenza il ruolo di funzionario pubblico. Fu eletto per la prima volta deputato nel 1972 nel collegio di Brescia, nelle fila della Democrazia Cristiana, cui appartiene fino alla sua scomparsa nel marzo 2018, dopo il peggioramento di una malattia che lo affliggeva da tempo.

Nella sua lunga vita parlamentare, ha fatto parte di diverse commissioni: dalle Finanze agli Interni, dalla Sanità agli Affari costituzionali, dalla Difesa all’Agricoltura.

Prandini nasce nella cascina Fortuna di Viadana di Calvisano, terz'ultimo di otto fratelli, tra cui un sacerdote, Don Mario (parroco di Lumezzane San Sebastianno) e una suora (Maria Carmela, canossiana). La famiglia si sposta ben presto a Castelletto di Leno e Prandini sarà, per sempre, l'«uomo di Leno», tanto che verrà chiamata la «Lenese» una delle sue opere stradali, la provinciale che da Lonato taglia in diagonale la bassa fino ad Orzinuovi.

Sempre nel paese della Bassa Prandini inizia il suo cammino politico, sospinto dall'ex sindaco di allora Angelo Regosa. Il suo debutto sulla scena bresciana è invece nel 1964, quando al Congresso del Movimento Giovanile della Dc viene eletto delegato provinciale. Da quel momento è un crescendo che lo porta presto a calcare le scene della politica nazionale. Diventa deputato nel 1972, nel 1976, nel 1979, poi senatore nel 1983, nel 1987 e di nuovo deputato nel 1992.

Da ministro della Marina Mercantile sfodera quello che è il suo carattere ingaggiando una epica sfida a viso aperto con i «camalli», i potenti scaricatori di porto di Genova e LIvorno, che minacciano di bloccare lo scarico merci in quelle importanti aree portuali. La sfida si conclude con i camalli che accettarono le condizioni del ministro e fanno rientrare proteste e minacce.

Da ministro dei Lavori Pubblici è molto attivo e realizza importanti arterie stradali e autostradali, così come importanti opere in ambito provinciale, tra le quali lo sblocco dei cantieri per le strade che portano da Iseo alla Valle Camonica, da Brescia alla Valsabbia e dal capoluogo a Desenzano, dove esercita il suo peso politico affinché in città giungano i fondi per l'apertura del Museo di Santa Giulia.

Il decisionismo e un carattere forte e autorevole da leader fanno sì che Gianni Prandini diventi negli anni una istituzione locale che cresce nella sua corrente (Rinnovamento Popolare) una leva di amministratori e parlamentari dalla Valcamonica alla Bassa. Questo potere manifesta specialmente nelle feste di fine anno da millequattrocento coperti, dove si esibiscono personaggi del calibro di Beppe Grillo e Renato Pozzetto, o nei suoi convegni di Sirmione (con Rinnovamento Popolare) dove si affacciano i leader nazionali della Democrazia Cristiana, da Arnaldo Forlani a Giovanni Goria, da Pierferdinando Casini a Rosa Russo Iervolino.

Prandini ha ottenuto fino a 46mila voti alle elezioni.

In Parlamento fino al 1994, viene travolto da una lunga e tormentata vicenda giudiziaria sfociata in una condanna in primo grado a sei anni nel 2001 a sei anni e quattro mesi per tangenti sugli appalti Anas, sentenza poi annullata due anni dopo in Appello, fino al definitivo proscioglimento nel 2005.

Ancora oggi il nome Prandini rimbalza sulla scena pubblica attraverso il figlio Ettore, attuale presidente di Coldiretti, e la figlia Giovanna.

Gianni Prandini è morto il 12 marzo 2018, a 78 anni.

 

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