Frah Quintale: «Sono nel presente e ho imparato a godermi tutto»

Quello che la pandemia ci ha fatto non lo abbiamo ancora metabolizzato, forse perché non siamo ancora riusciti a capirlo o forse perché sappiamo inconsciamente che ci ha cambiati e che non saremo più gli stessi. Bene o male? Questo lo dirà il tempo. Quello ch’è certo è che ciò che verrà e che farà rima con normalità e libertà ci farà pensare.
A Frah Quintale, cantautore e rapper bresciano, tutto questo ha offerto il coraggio di mettersi in gioco e l’emozione di tornare sul palco. Nella «sua» provincia accadrà l’8 luglio, a Gardone Riviera, per il festival «Tener-a-mente» (i posti sono temporaneamente esauriti; in previsione del riassortimento di ulteriori 200 biglietti, è possibile lasciare i propri dati su anfiteatrodelvittoriale.it).
L’avvio è avvenuto, invece, nella città delle due torri. «A Bologna il rischio pianto è stato del 95% - racconta l’artista - ma sono riuscito a trattenere le lacrime perché ero molto concentrato su quello che dovevo fare. È stata un’emozione fortissima. La mia musica, che non fa numeri giganteschi, vive nei live».
Pecca di troppa umiltà Frah, che in realtà, in questi ultimi anni, ha toccato picchi altissimi. E poche settimane fa è uscita la seconda parte del suo nuovo lavoro «Banzai (lato arancio)»: «Inizialmente ho diviso l’album in due perché avevo tanto materiale e con la pandemia sapevo di non poter portare "Banzai (lato blu)" subito su un palco. Poi mi sono accorto che le due parti insieme raccontano un viaggio, ma separate ne raccontano altri due: nel primo avevo un po’ paura della riconferma rispetto al cd precedente, nel secondo invece c’è più consapevolezza di essere riuscito a fare quello che volevo».
Due significati anche nel plot che i brani raccontano: «Sì, nel lato arancio racconto - continua Quintale - il dopo un periodo turbolento nato per la fine di una relazione, mentre nel lato arancio credo si senta l’accettazione di quello che è cambiato, il mio essere più cosciente di certe cose. È sicuramente un processo di autoanalisi: scrivere aiuta me e spero possa stimolare anche chi mi ascolta».
Viaggi interiori ed emozioni, quindi, e tanti palchi su cui salire. Anche quello del Vittoriale: «I concerti bresciani sono sempre diversi dagli altri, perché - dice il rapper - il pubblico di Brescia mi ha visto nascere e crescere. Molti conoscono la mia musica, ma anche me personalmente. Mi hanno fermato per strada, ci siamo parlati; sono ragazzi che hanno il mio trascorso. È un rapporto più empatico. Spero che il Vittoriale sia pronto e carico per il concerto; io dopo piazza Loggia mi sono abituato bene, quindi mi aspetto una bella energia».
Al Vittoriale l’emozione sarà condivisa anche con la famiglia? «Sì - anticipa Frah - saranno presenti al concerto. La famiglia e gli amici sono tanto per me, la mia vita senza di loro sarebbe impossibile. Ho imparato a godermi tutto, sono sempre nel presente. I rimpianti? Ne ho, come tutti; fanno parte della vita. Non sarei lo stesso senza gli sbagli o le delusioni. L’importante e imparare qualcosa e non ricadere negli stessi errori».
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