Cultura

Davide Toffolo ci conduce lungo «Il cammino della Cumbia»

Domani sera alla Latteria Molloy il frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti, Davide Toffolo, presenta il suo nuovo libro
La copertina del libro di Davide Toffolo
La copertina del libro di Davide Toffolo
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Fumetti, ritmo latino e sound digitale. L’alchimista di questa inconsueta miscela creativa è un artista da sempre incline alle sperimentazioni: Davide Toffolo, disegnatore e dinamico frontman della storica band mascherata Tre Allegri Ragazzi Morti, fenomeno partito nel 1994 da Pordenone.

Proprio mentre con il gruppo si avvia a festeggiare i 25 anni di carriera con l’uscita di un nuovo album, Toffolo ha intrapreso un personale percorso di ricerca per approfondire le origini della Cumbia, musica popolare e danza colombiana che lo appassiona da tempo. Un vero e proprio viaggio, prima su strada, poi sulla carta, del quale rende conto nella sua nuova graphic novel «Il cammino della Cumbia», (Oblomov Edizioni - La Nave di Teseo; 216 pp; 20 euro), che presenterà a Brescia domani, 6 dicembre, con una festa alla Latteria Molloy (21.30, via Marziale Ducos 2/b; ingresso 5 euro).

Toffolo, il suo libro è il diario di bordo della traversata del Sud America che ha affrontato a piedi (e talvolta su treni, scelta forse ancor più eroica viste le 30 ore di ritardo accumulate su una tratta da 17 in Bolivia, per il maltempo). La Cumbia l’ha spinta a partire: perché?
Cercavo conferme e scoperte rispetto ad una visione di questa musica - condivisa anche dai sociologi -, ossia che essa rappresenti un’identità sovranazionale per tutto il Sud America. È davvero così, posso affermarlo con certezza dopo 100 interviste a musicisti e produttori. La radice marginale e popolare del fenomeno fa da collante alla sua diffusione e al suo ciclico mutare.

Definisce l’opera «romanzo a fumetti». Se fosse un film sarebbe un documentario. Si considera un reporter armato di matita da disegno?
La componente di ricerca sul campo è stata forte, tuttavia vivo questo libro anche come esperienza per scoperte interiori, come è stato per alcuni di miei precedenti, penso a «Pasolini» e «Il Re Bianco». I miei due compagni d’avventura - il musicologo Nahuel Martinez e la speaker radiofonico Paulonia Zumo - si sono rivelati preziosi in tal senso: tramite il rapporto con loro ho compreso qualcosa di nuovo riguardo a me stesso.

Ha dichiarato che il viaggio prosegue: quali sono le nuove strade da battere? 
Mi piace l’idea di realizzare una trilogia: di certo ci sarà un secondo libro per approfondire la Cumbia in Ecuador e Colombia, spero pronto per la prossima estate. E il terzo vorrei dedicarlo al Messico.

Ha deciso di trasformare le presentazioni de «Il cammino della Cumbia» in vere proprie feste. Cosa accadrà giovedì sera alla Latteria Molloy?
Si comincerà con la presentazione del libro per poi dare spazio alla musica con «Italo Cumbia»: non un classico dj-set, bensì un’esibizione live durante la quale canterò, affiancato da Nahuel e da Luca Masseroni, batterista dei Tre Allegri Ragazzi Morti, che suonerà le percussioni dal vivo.

L’ultima tappa dell’evoluzione della Cumbia è quella «digital», che nel libro spiega essersi sviluppata dal 2007, in seguito al tour dei Daft Punk in Sud America. Lo definisce «un evento sacro e mitologico»...
I musicisti che ho intervistato ne hanno descritto la potenza evocativa con grande trasporto: la scenografia a forma di piramide a quelle latitudini assunse un ruolo mistico, capace di rievocare la cultura Inca. Fu così che il sound elettronico cominciò, a partire dall’esperienza sociale del concerto, a contaminare la Cumbia.

 

 

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