Cultura

Da Capriolo all’Islanda: «Ho mixato il disco di Björk»

La storia fantastica di Marta Salogni, sbocciata come producer a Londra. Adesso lavora con i big
La donna del banco dei suoni. La bresciana Marta Salogni nel suo studio londinese
La donna del banco dei suoni. La bresciana Marta Salogni nel suo studio londinese
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È partita giovanissima da Capriolo per inseguire il sogno di lavorare nel mondo della musica a Londra. Adesso, a 27 anni, Marta Salogni è producer e mixer nel proprio studio nella capitale inglese e ha appena ultimato una delle esperienze professionali più importanti della carriera: l’ultimo album di Björk.

Già durante gli anni al liceo Arnaldo, la capriolese aveva cominciato a collaborare come fonica a fianco di Carlo Dall’Asta in vari locali bresciani, nonché per Radio Onda d’Urto. Dopo il diploma, nel 2010, è partita per Londra. Non allo sbando, bensì con un’idea ben precisa. «Il primo anno non è stato affatto facile - spiega Marta -: ho cominciato bussando alle porte di vari studi in città, chiedendo di persona di poter dare una mano nelle sessioni di registrazione». Durante una sessione in uno studio a sud di Londra, nel 2012, Marta ha conosciuto il produttore Danton Supple (il quale ha lavorato con Patti Smith e Morrissey) e con lui si è trasferita ai Dean Street Studios in centro, una struttura in cui hanno registrato anche David Bowie e T.Rex.

«Sono diventata sua assistente di registrazione e mixaggio, e ciò ha accresciuto in me fiducia e competenze - prosegue -. In un paio di anni sono diventata sound engineer e libera professionista. Ho imparato molto e attraverso questo mio percorso ho raggiunto gli Strongroom Studios ed i Rak Studios, luoghi dove hanno registrato artisti come John Cale dei Velvet Underground, Nick Cave e Robert Plant. Qui ho iniziato a lavorare da sola come produttrice e mixer. Nel 2014 ho fatto da engineer all’album "Weatherhouse" di Philip Selway dei Radiohead e poi all’ultimo disco di M.I.A. Recentemente ho mixato tracce per i White Lies e l’ultimo album dei Django Django. Ho collaborato a molti progetti come quello di Frank Ocean (a New York), The XX, FKA Twigs, Sampha, Goldfrapp, Glass Animals e molti altri».

Accanto a queste collaborazioni Marta ha portato avanti il suo percorso di produttrice per artisti emergenti dell’underground londinese. Attualmente ha una sua stanza nella casa discografica Mute, dove ha creato il suo studio, chiamato F(E)M. All’inizio dell’estate, però, è arrivata una chiamata particolare.

«Stavo lavorando in studio quando il manager della cantante islandese mi ha contattata per chiedermi due tracce di prova da mixare: non ci volevo credere. Ho svolto il lavoro e dopo qualche giorno sono stata contattata da Björk in persona che mi ha invitato a Reykjavik per mixarle il nuovo album, "Utopia" - spiega la capriolese -. Sono stata tre settimane ad agosto con lei in Islanda: abbiamo lavorato molto e siamo uscite insieme. Björk è una persona fantastica, generosa e profonda, oltre che un’artista straordinaria. Mixare per lei è stato come trasferire su traccia una tela che lei dipingeva davanti a me con le sue parole». E il futuro cosa ha in serbo? «A Londra ho trovato un ambiente aperto che spinge sempre a far emergere il meglio - conclude Marta -. Nel mio percorso ho messo tutto ciò che avevo: nella mia testa il fallimento non era affatto contemplato. Ora posso permettermi di lavorare solo con band e solisti che mi attraggono e mi danno stimoli. Quando si entra in sintonia con gli artisti e si scopre di condividere le stesse passioni è tutto più soddisfacente».

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