Cultura

«Così McCurry coglie la relazione tra una persona e un libro»

Parla Biba Giacchetti, che lavora col fotografo da 20 anni e cura la mostra in Santa Giulia dal 7 marzo
  • Alcune delle fotografie che saranno in mostra. 1997 // © 2012-20
    Alcune delle fotografie che saranno in mostra. 1997 // © 2012-20
  • Alcune delle fotografie che saranno in mostra. 1997 // © 2012-20
    Alcune delle fotografie che saranno in mostra. 1997 // © 2012-20
  • Alcune delle fotografie che saranno in mostra. 1997 // © 2012-20
    Alcune delle fotografie che saranno in mostra. 1997 // © 2012-20
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C’è una donna di grande cultura ed esperienza in campo fotografico, «una - per dirla con lei - romana di nascita che gira il mondo per la fotografia e abita da anni a Milano», dietro la mostra «Steve McCurry. Leggere», che s’inaugura il 7 marzo a Brescia al Museo di Santa Giulia ed è, per autore, contenuto e allestimento, una chicca del Brescia Photo Festival (dal 7 al 12 marzo e poi fino a settembre).

Biba Giacchetti, che con McCurry lavora da un ventennio, è la curatrice dell’evento che, in anteprima mondiale, rappresenta la trasposizione museale dell’apparato iconografico di «Leggere», il libro sul tema Lettura & Lettori che il celebre fotografo statunitense ha pubblicato nel 2016 per Mondadori Electa.

«Ho conosciuto Steve - dice al telefono da Bruxelles, dove ha appena allestito "The World of Steve McCurry" - vent’anni fa: lavoravo per chi rappresentava l’agenzia Magnum in Italia e lui era uno dei loro fotografi. Quando 15 anni fa, con altri, ho fondato l’agenzia Sud Est 57, Steve è venuto da noi e ne è nato un rapporto fecondo».
Biba: com’è lavorare con McCurry?
Siamo molto amici, abbiamo condiviso tante avventure. L’ho seguito, proprio fisicamente, su tutti i progetti comuni: lui scattava e io o il mio socio eravamo sui set. C’è sintonia tra me e Steve, e sono depositaria della sua grande fiducia: è importante poiché lui, ancora oggi malgrado la fama, è sempre in giro a fotografare e non ha tempo d’occuparsi di questioni organizzative.
Ci parli del progetto-Leggere e della mostra...
Steve è un lettore ed è sempre stato incuriosito dall’estraniamento delle persone mentre leggono. Gli è capitato spesso, quasi inconsapevolmente, di riprendere soggetti intenti alla lettura nelle situazioni più strane. A un certo punto s’è reso conto d’avere in archivio molti scatti sul tema, ha deciso di avviare un progetto e per due anni ha catturato, stavolta con consapevolezza, quelle situazioni. Ed è nato il libro.
Dal libro alla mostra non dev’essere stato semplice...
Il tipo di interazione che uno ha con le immagini in un libro è completamente diverso dal guardarle esposte. Per questo evento, con Steve abbiamo deciso di rivedere tutte le sue foto d’archivio sul tema-lettura, aggiungendo però alle molte del volume anche molte altre che lì non figurano e tuttavia erano adatte alla fruizione espositiva, fianco a fianco, in un racconto diverso dell’immagine.
Lei conosceva già Brescia e il Museo di Santa Giulia?
Sono stata a Brescia tre anni fa con Steve per una lecture al Museo di Scienze con la Galleria dell’Incisione, ma non avevo visitato Santa Giulia: ora so che è bellissima e ben recuperata, ha un’atmosfera fresca e solenne insieme. Chapeau!: è bello avere eccellenze così.
Cosa direbbe a un potenziale visitatore della mostra?
Questo è un appuntamento molto particolare, dai contenuti variegati, originali e molto stimolanti. Appositamente per Brescia l’architetto-scenografo Peter Bottazzi ha creato per le foto un’installazione molto particolare. E un raffinato intellettuale come Roberto Cotroneo ha fatto una ricerca di testi dedicati alla lettura, cose dette da grandi scrittori, artisti, filosofi e poeti sul rapporto tra l’uomo e la lettura. Vedrete contenuti veramente sorprendenti e bellissimi. Anche le immagini sono non classiche: siamo abituati a fotografie di McCurry con soggetti che ci guardano e guardiamo dritti negli occhi; qui invece abbiamo il lavoro di un McCurry appostato, che mentre scatta non si fa ve coglie il momento di una relazione intima tra una persona e un libro. Mentre si legge ci si stacca dal resto del mondo, le foto mostrano questa magìa che avviene anche nelle situazioni più impensabili: scenari di guerra, di disastri, di disagio. Ma leggere un libro ha il potere di far sparire ciò che c’è intorno, anche il brutto, e porta la persona in un altrove. Questo fenomeno è ben espresso in queste immagini diverse da quelle che di Steve conosciamo. È la potenza del leggere, colta da un McCurry che ruba l’attimo di persone «immerse» fra le pagine; persone alle quali, anche vedendo la fotocamera, non importava nulla poiché in quel momento erano in un’altra dimensione.
Già, il fascino della parola e l’incanto dell’immagine: per una volta non in concorrenza, ma straordinariamente complici...

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