Cultura

«Ch’él chì chèl lé», la webserie che racconta Brescia

Enrico Fappani e Roberto Capo festeggiano le 50 video-puntate dedicate alla Leonessa
Roberto Capo (a destra) con Enrico Fappani - © www.giornaledibrescia.it
Roberto Capo (a destra) con Enrico Fappani - © www.giornaledibrescia.it
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Il successo oggi si misura soprattutto in like e follower, tuttavia per fortuna c’è ancora chi può valutare la propria popolarità a partire dai saluti degli sconosciuti per la strada. Accade a Roberto Capo, protagonista della webserie «Ch’él chì chèl lé», che conclude ogni puntata con il leitmotiv «Passate una buona giornata!» (talvolta espresso nella variante «bella giornata»). Un augurio che i bresciani hanno cominciato a ricambiare ogni volta che incontrano l’attore, spesso impegnato a recitare nelle vie della città, come accadrá domani mattina (meteo permettendo) in piazzale Arnaldo, dove è previsto un set speciale: si girerá l’episodio numero 50, un traguardo significativo.

 

 

Da quasi due anni, infatti, ogni due settimane Robi indossa l’inconfondibile abito di scena e si trasforma in un brillante cicerone pronto a svelare con simpatia «storie e spifferi bresciani». Aneddoti e brevi biografie, diventano video di pochi minuti scritti e realizzati da Capo con il regista Enrico Fappani. Un fenomeno che conta 19mila seguaci sulla pagina Facebook, con oltre 2 milioni di visualizzazioni («Tóne e Batìsta, ovvero, i Macc dè le ùre» e «Èl siòr Wührer» si contendono il primato della puntata più vista: intorno ai 67mila spettatori).

Roberto, il set scelto per l’episodio 50 parla da sé…
Proprio così: vista l’ambientazione, il soggetto sarà naturalmente Arnaldo da Brescia, argomento molto richiesto dal pubblico, che abbiamo tenuto in serbo per festeggiare questo anniversario.

Toni leggeri, argomenti seri: come avete messo a punto questa alchimia narrativa?
La preparazione consta di tanta ricerca. Passiamo ore in biblioteca, per studiare la storia locale. Temiamo lo scivolone! Ci sono capitate solo piccole imprecisioni, subito segnalate dagli utenti: Internet non perdona. Un nostro vanto è, tuttavia, non avere haters, nei commenti c’è sempre gioia. Le soddisfazioni più grandi? Vedere genitori che portano i propri bambini a fare veri e propri tour degli angoli della città che abbiamo descritto. E scoprire l’affetto dei neobresciani, tanto quanto quello dei bresciani residenti all’estero.

In scena indossi sempre lo stesso abito scuro, che ti dona una sobria eleganza d’altri tempi: quasi una rivisitazione di Charlot. Com’è nata questa scelta?
Anche dietro quel vestito si nasconde una storia, a suo modo romantica: me lo regalò una vedova ottantenne dopo uno spettacolo teatrale. Mi disse, rigorosamente in dialetto: «Era il completo di nozze di mio marito, usalo tu sul palcoscenico… così lo fai rivivere».

 

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