Più visitatori e sponsor: il bilancio di Brescia Musei tiene

Visitatori e proventi da bigliettazione in crescita, come pure le donazioni e le sponsorizzazioni private: sono queste entrate a salvare il bilancio 2017 di Brescia Musei, approvato a fine giugno dal Cda e consultabile ora sul sito della Fondazione. Il rosso di 212mila euro, infatti sarà ammortizzato dagli accantonamenti degli anni precedenti (il 2016 si era chiuso in attivo per 167mila euro) «senza la necessità di alcun intervento da parte dell’ente fondatore Comune di Brescia».
Tra i principali dati economici, i ricavi netti (2.129.494 euro) sono in calo sull’anno precedente: oltre un milione di euro in meno, imputabili alla voce «prestazioni di servizi di gestione spazi museali e altri rimborsi». Si tratta - spiegano in Fondazione - di entrate provenienti da prestazioni effettuate per il Comune in base al precedente contratto di servizio e come tali fatturate, sostituite nella nuova convenzione da un incremento del contributo annuo per le attività istituzionali, passato da 1.447.500 a 2.535.000 euro.
In crescita i proventi dalla biglietteria (da 1.096.330 a 1.147.745 euro) e dalle sponsorizzazioni (da 127.635 a 517.490 euro), in calo le vendite al bookshop (da 264.354 a 187.668 euro). In crescita i costi esterni (da 3.694.435 a oltre 4 milioni 200mila euro) anche «per l’avvio del progetto di valorizzazione del Castello» spiega un comunicato, e il costo del lavoro (da 901mila euro circa a oltre 1 milione 115mila). Ad appesantire il bilancio anche «l’incidenza dell’iva indetraibile, pari a 340mila euro».
La relazione che accompagna il bilancio dà conto anche dell’eredità dell’artista franco-bresciano Bruno Romeda, non ancora però quantificata e rendicontata. In cassa ci sono comunque oltre 2 milioni 235mila euro di liquidi (erano poco più di 455mila nel 2016), il patrimonio netto si è rafforzato di quasi 200mila euro mentre i debiti sono cresciuti di poco più di 140mila euro. Se calano i ricavi, cresce però il valore della produzione (oltre 5 milioni di euro, contro i 4 milioni 850mila circa dell’anno prima), per via appunto dei «nuovi» contributi riconosciuti alla Fondazione da Palazzo Loggia. Gli stessi che consentono, assieme ai proventi delle sponsorizzazioni, di ammortizzare il margine operativo lordo, in rosso per 3 milioni 193mila euro circa.
Nella loro relazione, i revisori non evidenziano particolari criticità, ma osservano «che il processo di pianificazione economico-finanziaria, diretto ad assicurare la copertura ex ante di tutte le iniziative poste in essere dalla Fondazione appare sovente inefficace o comunque intempestivo», suggerendo tra l’altro la «creazione di un efficace assetto organizzativo, amministrativo e contabile e di gestione dei rischi e successiva costante verifica della sua adeguatezza», e l’attuazione «di un efficace controllo di gestione che consenta di disporre con tempestività del piano programmatico annuale e finanziario pluriennale, di procedere al controllo consuntivo degli scostamenti, di budget sostenibili delle singole iniziative culturali organizzate dalla Fondazione».
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