Cultura

Anish Kapoor scandalizza Versailles, complice Massimo Minini

Il gallerista bresciano sponsor dell'opera dell'artista Anish Kapoor esposta nei Giardini di Versailles
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Una grande scultura nei giardini di Versailles, una tromba, un tunnel, una vagina che ha già dato scandalo sui media prima ancora dell’apertura, oggi nei giardini della reggia a pochi chilometri da Parigi, della mostra di Anish Kapoor (fino all’1 novembre). Pezzo forte dell’esposizione dell’artista anglo-indiano (Bombay, 1954) è la grande scultura «Dirty Corner», 60 metri di lunghezza per 8 di altezza in acciaio corten interamente percorribile, realizzata nel 2012 per la mostra alla Fabbrica del Vapore di Milano anche con il contributo della bresciana Galleria Massimo Minini, dove Kapoor ha già esposto negli anni passati. L’opera è già stata ribattezzata «la vagina della regina», giocando sulla forma organica caratteristica delle opere dell’artista, e sulla collocazione nei giardini della reggia progettati dall’architetto André Le Nôtre per Luigi XIV, il Re Sole.

«Nessuno scandalo nell’opera di Kapoor - precisa Minini, al rientro da Parigi dove ha accompagnato la grande scultura -. Kapoor è lontano dal voyeurismo europeo, e il suo riferimento al maschile e al femminile ha radici nella cultura indiana, dove la sessualità trova spazio anche nei templi». Nella poetica di Kapoor, le forme organiche, il pieno e il vuoto, la percezione dello spazio, l’aspetto primordiale della materia hanno un ruolo fondamentale per coinvolgere emotivamente lo spettatore in un percorso inquietante e onirico.

A Versailles l’artista ha collocato due grandi specchi concavi e convessi per raddoppiare e deformare la facciata del palazzo e il cielo, ha creato nei giardini un vortice d’acqua che risucchia lo spazio, ha collocato nella sala del Jeu de Paume un muro su cui viene sparata cera rosso sangue, ad evocare la Rivoluzione. Prima di Kapoor, Versailles ha ospitato tra gli altri le opere di Takashi Murakami, Jeff Koons e Giuseppe Penone. 

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