Le Torbiere sebine dai colori cangianti

A volte basta poco per estraniarsi dal frenetico contesto che ci circonda, ad esempio passeggiare nell'ampio specchio d'acqua, di palude e canneti, delle torbiere sebine. Vi trovate così immersi in un meraviglioso ecosistema ricco di famiglie faunistiche altrove pressoché scomparse. Le torbiere dai colori cangianti e dai profumi intensi, s'adagiano civettuole insinuandosi con lingue orgogliose e saettanti, tra i territori di tre paesi: Corte Franca, Iseo e Provaglio d'Iseo.
Gli spazi d'acqua racchiusi tra il perimetro delle torbiere sebine assumono, anche, le sembianze d'un prezioso specchio in cui si riverbera la conturbante bellezza d'un altro gioiello, che Franciacorta e Sebino custodiscono: il monastero di San Pietro in Lamosa, opera dei monaci Cluniacensi, che lo eressero nel 1083, sulla struttura della precedente chiesa di San Pietro. Gli intraprendenti monaci di Cluny la ottennero in dono dai locali signori Ambrogio ed Oprando, unitamente a tutti i beni pertinenti alla chiesa, già di loro proprietà.
La zona umida, una tra le più preziose che si conosca, delle lame, così sono definite dalle genti di queste contrade le torbiere sebine, affonda le sue radici nel quaternario, ultimo periodo con cui i geologi hanno suddiviso la storia della terra. Nel quaternario, oltre alla comparsa dell'uomo, si registra un altro fenomeno di estrema importanza: lo sviluppo e la successiva discesa verso le pianure dei ghiacciai. Le torbiere sebine sono il risultato dell'azione di un braccio del ghiacciaio che sostò, in corrispondenza della loro attuale superficie, prima di ritirarsi definitivamente. I dolci contrafforti collinari morenici, tenere e suggestive sponde naturali, i magici specchi delle Lame, consentono, in alcuni brevi tratti, la comunicazione tra le acque delle torbiere e quelle, assai più vaste, del Lago d'Iseo.
Ci sono voluti parecchi anni e l'intervento di numerosi enti, locali e nazionali, perché fosse impedito il prelievo d'acqua dalle torbiere. Prelievo che, se fosse continuato, avrebbe determinato uno sconvolgimento del perfetto ecosistema presente all'interno delle lame, con effetti forse irrimediabili per la vita di tante specie faunistiche, volatili, pesci e di insetti rari. Dal 1983 il «Consorzio per la gestione della riserva naturale delle Torbiere del Sebino», è l'organismo preposto alla tutela delle «Lame».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
