Palafitte di Sulzano, il degrado regna dove trionfò un progetto unico e coraggioso

Percorro la litoranea Sebina orientale e una scritta mi attrae: vergogna, ristrutturatemi… Fermo d’istinto la vettura per immortalarla, rimuginando tra ricordi e amarezza. La struttura delle Palafitte a Sulzano, conosciuta per aver ospitato per una trentina d’anni l’omonimo ristorante, suggestivo per la posizione e apprezzato per la cucina proposta, gestito da Silvano Neretti, conosciuto sino alla sua dipartita anche per le doti di guaritore pranoterapeuta, sprofonda desolatamente nell’abbandono.
Di proprietà del Demanio, da almeno dieci anni è tristemente vuota. Nel 2016 partecipò al successo planetario di The Floating Piers, il surreale e potente progetto di Christo e Jeanne-Claude, ospitando una mostra fotografica di Wolfgang Volz sulla passerella giallo dalia che unì Sulzano a Montisola e all’isola di San Paolo. Un’esposizione che pareva riaprire un futuro per le Palafitte.
Ipotesi e suggestioni legate a un ruolo nell’ambito della cultura e della promozione del territorio non mancarono. La notorietà del Sebino, sulle ali della visionaria installazione di Land Art pareva spianare la strada anche alla rinascita dell’iconica struttura affacciata, anzi immersa nelle acque del lago d’Iseo. Non sono mancati i consueti fiumi di parole ma, complice anche la rinuncia di un privato che si era aggiudicato la possibilità di gestire la struttura, il tempo è trascorso inesorabilmente. E vanamente. La scritta apparsa sintetizza il disappunto di un territorio che non ha saputo, per ora, raccogliere il testimone, unico e prezioso, piovuto dal cielo grazie all’intraprendenza dell’artista bulgaro naturalizzato statunitense, che seppe dare sostanza al sogno condiviso con la moglie. Quando e come ci sarà una nuova vita per le Palafitte?
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