Strada facendo

L’eredità di Gianfranco Caffi: l'arte come impegno civile

Artista e sindacalista, lo ricordiamo per la sua poliedricità e per la sua bonomia
Franciacorta paesaggio, opera di Gianfranco Caffi
Franciacorta paesaggio, opera di Gianfranco Caffi
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Osservo con più attenzione del solito un Cristo che nella sua semplicità riesce sempre a regalarmi serenità ed emozione. Pace, anche. La stessa che provavo discorrendo con Gianfranco Caffi, artista scomparso settantenne, nel 2007, lasciando un'eredità artistica e umana significativa.

Ho avuto la fortuna di conoscerlo e apprezzarlo e attraverso i suoi quadri ritrovo il suo sorriso, la sua bonomia e il buon senso con il quale guardava alle terrene questioni. La sua vita e la sua opera continuano a essere fonte di ispirazione per chi crede nell'arte come strumento di riflessione e cambiamento sociale.

Nato a Cazzago San Martino nel 1937, Caffi è stato una figura poliedrica nel panorama culturale bresciano, capace di coniugare l'arte con l'impegno sociale e sindacale. La sua vita si è snodata tra la passione per la pittura e la dedizione al lavoro e ai diritti dei lavoratori, incarnando un modello di artista-cittadino profondamente radicato nel territorio e nella comunità. Dopo aver conseguito la maturità artistica all'Istituto d'Arte di Modena e l'abilitazione all'insegnamento di educazione artistica, Caffi intraprese un percorso professionale che lo portò a lavorare in aziende manifatturiere, tra le quali la Om. Parallelamente, si avvicinò al sindacato, diventando un dirigente della Cisl nel settore metalmeccanico. Dal 1974 al 1976, rappresentò la Cisl nel Gruppo permanente di lavoro della Biennale di Venezia, un ruolo che testimonia la sua capacità di intersecare arte e impegno sociale.

La pittura di Caffi è profondamente influenzata dalla sua terra natale, la Franciacorta, che diventa soggetto privilegiato delle sue opere. I suoi paesaggi, spesso realizzati con tecnica mista su tavola, come nel caso di «Franciacorta, paesaggio» del 1987, esprimono un legame intimo con la natura e il territorio. Le sue composizioni si distinguono per linee marcate e colori sfumati che riflettono una visione rigorosa, ma al contempo poetica del mondo. Caffi ha partecipato a numerose mostre collettive, tra cui «Memoria della Resistenza» nel 1985 presso la Galleria Ucai di Brescia, evidenziando il suo interesse per tematiche storiche e sociali. La sua figura è stata oggetto di approfondimenti critici, come nel volume «Gianfranco Caffi. Il lavoro e l'arte», a cura di Alberto Zaina e pubblicato nel 2010, che esplora il connubio tra la sua attività artistica e l'impegno sindacale. La Compagnia della Stampa pubblicò il catalogo «Gianfranco Caffi. Il lavoro è l'arte», utile per comprendere la sua figura artistica e umana. Chissà cosa disegnerà, lassù, il bravo artista franciacortino. Di certo non opere banali.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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