Strada facendo

La radicata storia della grappa bresciana

Una produzione caratteristica del nostro territorio a iniziare dal nome, derivazione dal termine longobardo «grapa». Nel 1879 erano attive nel Circondario di Brescia più di cento distillerie
Una selezione di grappe - © www.giornaledibrescia.it
Una selezione di grappe - © www.giornaledibrescia.it
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Passando in una sera d’autunno inoltrato accanto a una distilleria piantata tra i vigneti della Franciacorta, mi colpisce un intenso profumo legato alla produzione di grappa. In terra bresciana l’attività ha profonde radici. La grappa è ottenuta dalla distillazione delle vinacce, residuo della produzione vinicola che trova così un interessante impiego.

Per gli studiosi, tra i quali monsignor Antonio Fappani, instancabile ricercatore di innumerevoli elementi della cultura bresciana vi sarebbero inequivocabili segni che il distillato – un prodotto tipico dell’Italia che non ha eguali all’estero – fosse ottenuto in terra bresciana sin da secoli lontani nel tempo.

Ad iniziare dal nome, derivazione dal termine longobardo «grapa» con il quale si indicavano le vinacce e i raspi che si separano dal mosto o dal vino con la svinatura. Sono stati, inoltre, rinvenuti documenti comprovanti la commercializzazione di acquavite di vinaccia da parte di veneti e di friulani già nei secoli quindicesimo e sedicesimo, con la presumibile produzione anche da noi sulla base dei rapporti tra i territori in questione e il Bresciano.

A supporto della tesi di un antichissimo e profondo legame tra la terra del Mella e dell’Oglio la produzione di grappa si considera anche il fatto che, tra i primi studiosi che nel diciassettesimo secolo approfondirono l’utilizzo delle vinacce per la distillazione dell'acquavite, un ruolo di particolare rilievo lo rivestì il bresciano Francesco Terzi Lana. Ne parla, con dovizia di particolari, nel suo testo del 1670 «Arte maestra», nel quale approfondisce alcune nuove invenzioni.  Prodromo ovvero saggio di alcune invenzioni nuove, premesso all'«Arte maestra» del 1670 egli avrebbe individuato nelle specie di vegetali bruciate nella stanza, anche il processo di fabbricazione della grappa. Nel 1879 erano attive nel Circondario di Brescia più di cento distillerie, gran parte delle quali strutture estremamente semplici ed essenziali. Dalla città alla Valtrompia, dal Garda alla Franciacorta, per decenni operarono strutture con elevata capacità produttiva. Poi tutto cambiò, sino alle poche qualificate presenze che tutt’oggi continuano la tradizione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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