Strada facendo

La memoria di san Giovanni Battista Piamarta

Negli spazi dell’Istituto Artigianelli c’è anche un omonimo museo, aperto nel 2018
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Attraversando il cuore urbano della città, lasciato alle spalle il complesso di Santa Giulia, raggiungo uno degli angoli più suggestivi della leonessa d’Italia, dal quale è possibile osservare un’interessante stratificazione storica e urbanistica di Brescia. Qui si trovano gli ampi spazi dell’Istituto Artigianelli, fucina di mestieri e di dignità, punto di partenza per una rete educativa che ancora oggi porta il suo nome.

La realtà educativa e formativa prese forma nel 1886 per l’intelligente intrapresa di san Giovanni Battista Piamarta (1841 - 1913), canonizzato da papa Benedetto XVI nel 2012. Una delle figure più significative della Brescia tra Ottocento e Novecento. Sacerdote, educatore e fondatore, dedicò la sua vita alla formazione dei giovani e all’inserimento dei più fragili nel mondo del lavoro. Cresciuto in una famiglia povera, intuì presto il valore della formazione professionale come strumento di riscatto sociale.

Si comprendono così le radici e le ragioni che mossero padre Piamarta, come ancora viene con affetto ricordato dai più. Dal dicembre 2018 nella cornice degli Artigianelli è attivo un museo dedicato a Piamarta, che custodisce la sua consistente eredità, non come semplice raccolta di cimeli, ma soprattutto come spazio narrativo e identitario. Documenti, fotografie, oggetti di vita quotidiana e testimonianze ripercorrono il suo impegno pedagogico e spirituale, offrendo uno sguardo vivo sulla società dell’epoca e sulle intuizioni di un sacerdote che seppe coniugare fede e progresso.

Il percorso museale, nel cuore della città, assume così i connotati di un viaggio nella memoria e insieme un invito a riflettere sul ruolo dell’educazione come strumento di coesione e speranza. Curatore e conservatore del Museo Piamarta è Gabriele Archetti, professore ordinario di Storia medievale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Si è occupato della riorganizzazione e valorizzazione degli spazi museali, contribuendo alla definizione dell’identità storica e narrativa della casa museo. Archetti ha sottolineato come il museo non sia «un luogo morto», ma una testimonianza attiva che connette il passato con la vita attuale: «La memoria è il senso che dà vita al luogo stesso».

Francesca Stroppa, professoressa associata di Storia dell’arte all’Università Cattolica del Sacro Cuore, dirige i servizi educativi del Museo Piamarta, contribuendo alla progettazione di percorsi didattici e alle attività culturali rivolte ai visitatori. Un museo da visitare per ripercorrere il profondo impegno nell’educazione e nell’assistenza ai giovani più poveri del santo nato a Brescia e morto a Remedello nella colonia agricola avviata nel 1889 da don Giovanni Bonsignori. Padre Piamarta, le cui spoglie riposano nel santuario di san Giovanni Piamarta, chiesa neogotica edificata nel 1907 all’interno dell’Istituto Artigianelli, fu promotore tra il resto della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth, o dei Piamartini, e dell’Editrice Queriniana, nata per favorire la diffusione culturale e religiosa.

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