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Brescia, Cellino: «Senza Marroccu mi sentivo incompleto»

Così il presidente del club durante la presentazione ufficiale del nuovo direttore dell'area tecnica del Brescia Calcio
MARROCCU NEO DIRETTORE AREA TECNICA DEL BRESCIA CALCIO
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«Lo ammetto: senza Marroccu mi sento incompleto. E devo anche dire che il 70% delle colpe del nostro allontanamento di due anni fa è stata mia… A lui lasciamo almeno il 30% altrimenti mi sento - ride - un imbecille totale». Così il presidente Massimo Cellino introduce il ritorno nel ruolo di direttore dell'area tecnica del Brescia Francesco Marroccu: «A volte quando ci si vuole molto bene - ancora le parole di Cellino - basta un malinteso o uno sguardo sbagliato per male interpretare delle situazioni e poi si è messo anche di mezzo qualcun altro. Ma adesso siamo qui e da Marroccu mi aspetto niente altro che faccia il suo lavoro come ha sempre fatto. Non è la panacea di tutti i mali anche perché mali non ce ne sono: casomai è qui per prevenire situazioni che potevano diventare negative. Botturi? Deve capire che fa parte di un progetto più grande e che per me il settore giovanile è più importante della prima squadra». 

Carichissimo Francesco Marroccu: «Non sento di aver fatto un passo indietro lasciando il Genoa. Sono qui per continuare un lavoro che si era interrotto. Dimentichiamoci però il passato e l'ultima promozione: ogni storia è una storia a sé e siamo qui tutti per fare bene e la nostra parte in una società che ho trovato molto più strutturata rispetto a quando l'avevo lasciata». 

A chiedergli se bisogna riaccendere un po' anche Inzaghi, risponde così Cellino: «Quando l'ho preso gli avevo detto "pensiamo a salvarci" e lui mi disse "voglio andare in A", e io ancora: "chi non vuole andarci?". Tutto questo per dire che volevo togliergli pressione. Ha perso col Como perché era nervoso e lo era anche col Perugia: aveva una cera brutta. La squadra è costruita bene, ma ha bisogno di tempi tecnici. Abbiamo tutti voglia di vincere, ma l'isterismo ci fanno sprecare gli sforzi. Siamo in un calcio post Covid, pieno di difficoltà: diamoci tutti una mano». 

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