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Volley, Anna Danesi tra le top del Mondiale: «Darei il premio per avere l’oro»

La bresciana eletta come miglior centrale in Olanda: «Era l’obiettivo, lo userò se avrò dei momenti no»
Anna Danesi è stata premiata come miglior centrale del Mondiale
Anna Danesi è stata premiata come miglior centrale del Mondiale
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«Miglior centrale, dall’Italia, numero 11: Anna Danesi». È lei, Anna Danesi da Roncadelle, la miglior centrale del Mondiale. Quel che la voce dello speaker annuncia, nel ribollire della Omnisport Arena di Apeldoorm, è il sigillo su un torneo iridato che la bresciana ha giocato a livello altissimo.

Dati

Statistiche alla mano, Danesi ha messo giù 123 palloni, affiancando ai 42 muri (seconda dietro ai 59 della brasiliana Carol) una percentuale d’efficienza in attacco del 60,47 per 68 punti. Si mettano anche i 3 ace, spilli di un servizio tra i più scomodi per le ricezioni avversarie, e l’esserci costantemente di testa oltre che di braccia e di gambe, e ne esce il ritratto di un’atleta che si conferma tra le migliori al mondo nel suo ruolo. Una fuoriclasse, mai sopra le righe, concreta. Che brilla di una luce pulita e semplice che solo i grandi sanno avere.

Tra le sei

Non a caso stavolta nessuno le ha tolto quel posto nel dream team mondiale che avrebbe meritato già quattro anni fa: «Sono contenta, me la sono goduta dall’inizio alla fine - sorride Danesi - non mi sento però il centro più forte del mondo, ho solo giocato bene le mie carte. Ero partita con quell’obiettivo, ma ora scambiarei il premio con la medaglia d’oro. Diciamo comunque che, un po’ ci speravo, anche se durante la finale Serbia-Brasile sono stata molto agitata perché vedevo Stevanovic giocare una gran partita. Poi, al momento delle premiazioni, quando mi hanno chiamata, non ho capito più niente. Penso che lo userò quando magari avrò dei momenti no: penserò al riconoscimento e mi ricorderò che le cose le so fare».

Sigillo di bronzo

Altroché, e quell’ultimo punto che lei ha stampato a terra e che ha messo al collo dell’Italia la medaglia di bronzo non poteva che essere suo, reso ancor più bello dalla meravigliosa corsa a braccia spalancate. «Ho fatto la scelta a muro di andare in posto quattro e appena ho capito che era quella giusta mi sono detta “questa è mia”, poi Cook ha tirato esattamente dove volevo io e nell’esultanza seguita c’era tutto uno sfogo per l’estate finita, per dire “queste siamo noi e qualcosa di bello alla fine lo facciamo sempre perché siamo forti, a prescindere da tutte le critiche”».

Arrivate fin troppo feroci dopo la semifinale con il Brasile, insieme ad assurdi commenti per i quali Egonu ha messo in dubbio la permanenza in Nazionale, situazione per cui Danesi si è detta dispiaciuta e che ha visto il presidente Draghi telefonare all’atleta per «esprimere piena solidarietà alla campionessa». A spazzarli via, la vittoria nella gara più ostica: «Sì, quella con gli Usa, poteva essere la più difficile, ma poi loro non hanno fatto una bellissima partita e per noi è stato più semplice. Ci siamo dette di pensare solo a quanto avessimo lavorato, ad onorare la lunga estate. Vicino, dalla semifinale, avevo la mia famiglia: sono contentissima fosse lì, anche se ha dovuto sorbirsi tutto il mio dispiacere per quel ko. Il rammarico c’è proprio per le partite contro le verdeoro che hanno macchiato il percorso, ma sono felice del risultato, non è scontato vincere un bronzo mondiale».

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