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Viviani tricolore: inatteso (ma meritato) trionfo a Darfo Boario

Il velocista della Quick Step, maglia ciclamino al Giro, vince l’Italiano davanti a Visconti e Pozzovivo
Bollicine. Il podio dei Tricolori di Darfo Boario // FOTOSERVIZIO REPORTER
Bollicine. Il podio dei Tricolori di Darfo Boario // FOTOSERVIZIO REPORTER
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Sul podio mentre veste il tricolore e suona l’inno di Mameli si commuove come un bambino, sul traguardo di Darfo Boario Terme, lui, non più solo un velocista, vince il titolo italiano davanti a due scalatori del calibro di Giovanni Visconti e Domenico Pozzovivo.

Sono le due sorprese che Elia Viviani regala a Darfo Boario Terme e a se stesso aggiungendo un'altra perla alla sua straordinaria stagione agonistica densa di successi (15 con l’italiano) tanto da farlo diventare oggi il numero uno del ranking mondiale. La medaglia d’oro olimpica di Isola della Scala, in provincia di Verona, dopo avere conquistato la maglia ciclamino della classifica a punti nell'ultimo Giro d'Italia, ieri ha indossato quella ancor più prestigiosa di campione italiano in linea su strada, trionfando a Darfo Boario terme come fece due anni fa la fidanzata Elena Cecchini.

Una vittoria di testa quella di Viviani, molto lucido a poco più di 50 chilometri dal traguardo quando la corsa ha preso una svolta inattesa. Bravo a capire che era il momento di agire senza attendere la volata poco probabile su un circuito indurito dagli organizzatori su richiesta del Ct Cassani, si è infilato nella fuga che poi ha preso il largo con un fuori giri rischioso per un corridore dalle sue caratteristiche, ma abile pure nell’impedire che prima dello strappo finale di Cornaleto il tre volte campione d’Italia Giovanni Visconti raggiungesse il compagno di squadra Pozzovivo col quale avrebbe stretto nella morsa il veronese.

Un capolavoro di tattica, testa e gambe per la maglia tricolore strameritata. «Onestamente non pensavo a questa vittoria anche se era nei miei obiettivi di inizio stagione. Poi mi avevano detto che era stato indurito il tracciato ed ho solo pensato a fare bene al Giro. Terminate le fatiche della corsa rosa - racconta il veronese - ho pensato a recuperare bene, poi all’Adriatica Ionica Race ho visto che pedalavo molto bene e sono arrivato qui a Darfo convinto di giocarmi le mie chance in una eventuale volata. Mai pensavo sarebbe finita così».

 

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