Sport

Verde e senza la «V»: la terza maglia del Brescia fa discutere

In attesa di conoscere le prime due casacche, i tifosi si dividono sulla scelta stilistica
La terza divisa del Brescia Calcio firmata Robe di Kappa
La terza divisa del Brescia Calcio firmata Robe di Kappa
AA

La prima uscita ufficiale del Brescia 2019-2020 contro la Rappresentativa camuna dello scorso mercoledì destava molta curiosità nei tifosi e negli addetti ai lavori. Naturalmente per tornare a vedere all’opera Donnarumma e compagni dopo un’astinenza di oltre due mesi, oltre ai volti nuovi Ayé e Joronen. Ma anche per scoprire la «mise» griffata Robe di Kappa, marchio che è tornato a vestire il Brescia dopo tredici anni.

E non c’è dubbio che l’azienda torinese ha colto di sorpresa tutti, con le rondinelle che sono scese in campo con una divisa completamente verde con inserti ocra, facendo così intuire che questa sarà la terza divisa per la nuova stagione. Ma soprattutto non c’era l’iconica «V», che campeggia solitamente sulle casacche bresciane. Una scelta sorprendente e innovativa, ma che rientra nei canoni ormai utilizzati da tutti i brand di abbigliamento sportivo, i quali amano sbizzarrirsi e uscire dagli schemi.

Questioni stilistiche e di marketing alle quali siamo ormai abituati, con soprattutto le grandi squadre che sempre in nome della ragione economica si stanno piegando con frequenza alle scelte talvolta azzardate degli sponsor. E non solo per quanto riguarda la terza maglia. Basti pensare alla Juventus, che quest’anno si presenterà con una maglia bipartita, o all’Inter che sul busto ha delle strisce diagonali, o anche alla Roma che per la maglia da trasferta sfoggerà un’enorme saetta. E, forse il caso più clamoroso, con il Barcellona che abbandona le strisce blaugrana per indossare una scacchiera stile nazionale croata.

I tifosi, nei giorni successivi all’uscita delle rondinelle in verde, come prevedibile si sono divisi sui social. Tra chi apprezza la scelta cromatica, anche se senza lo scaglione rovesciato, e chi invece trova che questo sia un azzardo che mal si sposa con la storia del Brescia. Qualcuno ha anche fatto attenzione alla divisa del portiere, che presenta una «V» molto schiacciata, paventando che quella sarà la forma del particolare sulla prima e seconda divisa (ancora sconosciute, e il Brescia è una delle ultime squadre a non aver presentato le maglie per la prossima stagione) che distingue il Brescia da tutte le altre formazioni.

È un po’ sullo stile del Bordeaux di qualche anno fa o del Velez Sarsfield in Argentina, altre squadre che presentano lo scaglione rovesciato sulle maglie. Anche qui le opinioni si sono separate come sempre, tra chi preferisce una «V» più lunga e profonda e chi invece no, ma c’è da dire che negli anni se ne sono viste di tutti i tipi. Su una cosa però sono tutti d’accordo: l’importante è che ci sia, perché quella è identificativa delle rondinelle. Quindi va bene lo stile, la tradizione, ma anche l’occhio che vuole la sua parte: la maglia però da sola non porta i tre punti, quindi basta che rappresenti un Brescia vincente.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia