Vela

Tra tradizione ed evoluzione: 72ª Centomiglia su due giorni

Il desiderio di rilancio della più longeva regata italiana passa dal weekend di gare del 3 e 4 settembre
La Centomiglia, il classico giro del lago di Garda, è la più longeva regata velica italiana // FOTO ARCHIVIO NEWREPORTER
La Centomiglia, il classico giro del lago di Garda, è la più longeva regata velica italiana // FOTO ARCHIVIO NEWREPORTER
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Una Centomiglia che va sempre a caccia di novità, grazie ai suoi 72 anni di sfide. Ricchi di storia e qualche leggenda. Un giro del Lago, che quest’anno sarà spalmato su due giornate, tre se si pensa alla versione Junior per i ragazzi Under 19.

Evoluzione

È un lungo film, iniziato negli Anni ’50. Prima in bianco e nero, ora a colori, capace di raccontare tanto. Le filosofie di un tempo che anticipavano le macchine e le vele volanti. Barche leggere che si scontravano con le libellule dei laghi della Baviera e dei mari del Nord. Qualcuno che andava a caccia della carena più performante.

La sfida era tra i gloriosi 6 metri e 5.50, categorie olimpiche e le Rennjollen austro-tedesche, le loro classi metriche con 30 e 40 metri quadri. I progettisti erano Francis Herreshoff e Manfred Curry, quest’ultimo amante delle analisi filosofiche sui fluidi di scafi e sulle vele. Considerazioni che condivideva con un certo Albert Einstein.

Il boom

Poi ecco gli Anni ’60 con lo scontro tra le barche tedesche e quelle liguri, guidate da skipper come Beppe Croce, all’epoca presidente della Federazione italiana vela, prima di diventare la guida dell’associazione velistica mondiale oltre che vice presidente del Coni.

Barche che fanno la storia

Nel 1969 fa il suo esordio, in Italia, il catamarano Tornado. Vince una Centomiglia, a quei tempi, velocissima. A bordo aveva il bronzo olimpico di Città del Messico, il veronese Fabio Albarelli con il suo giovane prodiere, il trentino Gian Franco Oradini. Il Tornado sarà flotta olimpica fino a Pechino 2008, legandosi a quei multiscafi oggi esaltati dal timoniere trentino Ruggi Tita, medaglia d’oro a Tokio dopo aver fatto parte del maxicat X40 alla Cento del 2019. Sarà un caso, ma quel navigare a tutta velocità è tema che oggi invade ogni grande gara, Coppa America compresa.

«Nelle ultime edizioni la regata in acque interne più famosa d’Europa - ha sottolineato Lorenzo Tonini, durante la presentazione nelle sale di Villa Wimmer, l’ex Casinò di Gardone Riviera, che ora ospita il Consorzio di promozione turistica di Garda Lombardia -. Come altre manifestazioni sportive - rimarca ancora Tonini - si è registrato un calo di interesse e di partecipanti dovuto alla pandemia e ad altri eventi che, purtroppo, hanno tenuto lontani dalle competizioni sportive diversi appassionati».

Analisi

«Già in precedenza, a dire il vero, la Centomiglia aveva mostrato segnali non incoraggianti portati soprattutto dalla rapida evoluzione delle barche e dei velisti che, nell’ultimo decennio, hanno visto decollare le imbarcazioni alla ricerca della velocità estrema allontanandosi, invece, dalle caratteristiche più tradizionali di una regata lunga con momenti di piatta ed arrivi anche a tarda notte».

Alla presentazione (erano presenti anche Gianpietro Seresina, vicesindaco di Gardone, Massimo Ghidelli, presidente del Consorzio Garda Lombardia, e Rodolfo Bergamaschi della XIV zona della Federvela) emerge questa giusta fotografia di quanto avviene, lo sviluppo fisiologico della disciplina che non può però sempre andare avanti. È una crescita sì da accettare, magari riflettendo, cercando di non subire la situazione. Ogni tanto è giusto rallentare. Riposarsi, per poi, ripartire. Respirando a pieni polmoni. Lasciando dialogare i veri protagonisti. Iniziando da quella grande realtà che è il nostro Lago con i suoi venti e le sue onde.

La Cento, probabilmente, ha sempre voluto correre, forse troppo, anticipando quello che poi sarebbe successo, per esempio nella vela, dalle Olimpiadi alla Coppa America. Quel Dna agonistico che quest’anno ha voluto cercare nel suo passato una prima importante risposta.

Legame storico

Ripartendo dalla Mille Miglia automobilistica, dove è stata ospite, grazie alla barca in materiali eco compatibili di Ecoracer. E qui torniamo alla storia. Saltiamo, da quelle che sono state la macchine volanti alle vele che volano veramente. E qui si arriva alla novità di oggi.

La nuova gara diventa una partita in due tempi. Il primo nella giornata di sabato 3 settembre, sulla rotta del Trofeo Gorla, sempre lo stesso da 56 edizioni. Identico tema tattico sportivo con la vittoria dell’anno passato del Persico69F che aveva come skipper Margherita Zanuso (prima dama al Gorla) con in equipaggio Ivan Aranguren e Lorenzo Franceschini (2 ore e 47 minuti il loro tempo di percorrenza).

Domenica 4 settembre si ripartirà alle 8 e mezzo del mattino, con start a Gargnano e poi giù verso Bardolino, sperando nella generosità del Pelèr, passaggio a sud alla Fraglia Vela Desenzano e ritorno.

In palio ci sarà il tradizionale trofeo Conte Alessandro Bettoni. La somma dei tempi delle due giornate darà la classifica, facciamo la «superclassifica» finale, della 72ª Centomiglia. La stessa voglia di correre si spalmerà su tutte le altre classi, dai monotipi alle Orc, che avranno anche il Trofeo Beppe Croce a tempi compensati, su queste due regate, come il Trofeo Giorgio Zuccoli per i multiscafi. Inutile non sottolineare che è una sperimentazione, coraggiosa se vogliamo, così come il Dna avventuriero degli organizzatori. Del resto non sarebbero 72 edizioni: mai nessuno in Italia è riuscito a fare tanto.

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