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Spal-Brescia: Clotet tradito da un suo cavallo di battaglia

L’impostazione compassata dal basso fu uno dei punti di forza del catalano a Brescia. Al Mazza è stata arma a doppio taglio
L'allenatore della Spal Pep Clotet - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
L'allenatore della Spal Pep Clotet - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Quando, lo scorso febbraio, Pep Clotet aveva preso le redini del Brescia al posto di Davide Dionigi, in un tempo piuttosto breve aveva introdotto e consolidato nel gruppo che aveva a disposizione due concetti tattici molto semplici e basilari, che avevano contribuito in modo decisivo alla resurrezione delle rondinelle, fino al raggiungimento dei play off.

Il primo: l’attacco sistematico sulle seconde palle, che in serie B si sprecano (non è così nella massima categoria), e sulle quali aveva saputo organizzare assetti mirati alla conservazione del possesso in attacco e alla verticalizzazione (per Ayé). Il secondo: un lento (a volte quasi estenuante) possesso palla per linee orizzontali tra i quattro di difesa, in attesa che si creassero spazi per una costruzione al livello superiore. Ebbene, proprio l’impostazione dal basso - ieri - lo ha clamorosamente tradito.

Al 3’ della ripresa il portiere Pomini appoggia a Coccolo, che riceve nel centro della propria area. Il difensore ha tre linee di passaggio «pulite», in mezzo alle quali pascola Moreo. Attenzione, il Brescia - in quel frangente - è alto. Intelligentemente alto, per rendere meno agevole il tiki taka di Clotet. Ma non è in fase di pressing asfissiante. Tant’è vero che il numero nove delle rondinelle dà le spalle al pallone e a Coccolo quando quest’ultimo, con eccessiva sicurezza, sceglie un appoggio centrale debole e impreciso, che viene catturato dal Brescia e trasformato abilmente dal duo Moreo-Léris in un cioccolatino che Tramoni deve solo scartare.

Impostazione compassata dal basso, pregi e difetti: se funziona, mette in ritmo la squadra e stanca gli avversari; se sbagli subisci ripartenze dentro i tuoi ultimi trenta metri, che facilmente diventano letali. Nel complesso, durante l’esperienza bresciana, Clotet aveva trovato nei quattro di difesa interpreti adeguati a quel genere di possesso. Risultati alla mano, le sue piccole grandi rivoluzioni tattiche avevano portato frutti. E avevano anche permesso alla squadra di trovare quelle piccole sicurezze di cui aveva bisogno, dopo una prima fase di stagione da mal di mare, con i vari cambi di allenatore. Il gol di Tramoni ha indirizzato la partita nelle mani di Inzaghi.

A chiuderla ha pensato Bisoli, l’ex capitano di Clotet. Che, al di là delle idee tattiche, aveva avuto un impatto positivo anche sulla psiche del gruppo di cui Dimitri era leader, riaccendendo contemporaneamente il calore della piazza. L’epilogo è noto.

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