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Sarà un’estate a luci spente senza la ribalta dei tornei notturni

Maclodio, Porzano, Mezzane e Polpenazze: saltati tutti i principali appuntamenti della tradizione bresciana
Festeggiamenti per la vittoria in una passata edizione del Torneo di Polpenazze - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it
Festeggiamenti per la vittoria in una passata edizione del Torneo di Polpenazze - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it
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«Ogni volta che arriva l’estate, le ragazze non dormono più», cantava Alessandro Canino nel suo tormentone del 1993. Ma nel Bresciano, ogni volta che arriva l’estate, a dormire non sono più organizzatori, dirigenti, giocatori e appassionati del calcio dilettantistico. Tutti pronti a riempire d’allegria ed entusiasmo i campetti in ogni angolo della provincia. Questo, nell’epoca pre-coronavirus.

Nell’estate del Covid-19, invece, tutto sarà diverso: campi chiusi, spalti vuoti, luci spente. I riflettori del pallone dilettantistico (e le telecamere di Teletutto) resteranno sul tasto off aspettando il ritorno alla normalità. Quasi tutti - chi prima, chi dopo - ha dovuto piegarsi alla legge del Covid-19. Il primo stop è arrivato da Maclodio, poi è arrivato quello di Mezzane di Calvisano, in seguito Porzano di Leno e recentemente anche Polpenazze, giusto per citare l’élite dei tornei notturni della provincia. Ma nel frattempo i rinvii di massa hanno toccato tutto il territorio, così segnato da questa emergenza sanitaria: da Caino a Camignone, da Dello a Saviore dell’Adamello fino a tante altre rassegne meno articolate, quasi tutti hanno dato l’appuntamento al 2021.

Ma sospendere il torneo non significa solamente cancellare le serate delle gare: significa buttare all’aria il lavoro fatto fin qui, rinunciare ai possibili introiti da destinare alle comunità, chiudere gli stand gastronomici che diventavano luoghi d’aggregazione sociale. Lo spiega anche Valerio Orioli, organizzatore del torneo di Polpenazze che avrebbe ricordato per la quinta volta il cavaliere Attilio Camozzi: «Per noi sarà un’estate diversa, perché i molti volontari oltre alle 21 serate facevano anche manifestazioni per il paese come la fiera del vino o la festa bio. Il lato sociale è quello che ci tocca maggiormente, ora ci chiediamo "che faremo?". Con il torneo veicolavamo il connubio tra sport e cucina tradizionale con prodotti del territorio. Intanto dovremo tagliare gli investimenti previsti per mancanza di introiti».

A Maclodio lo stop è arrivato in tempi non sospetti: «Il torneo mancherà tantissimo - spiega Francesco Zanetti - ma subito abbiamo pensato fosse la cosa giusta per rispetto di questa situazione. Per noi era una tradizione, mancherà il mese di preparazione, quello del torneo e anche il seguente, sempre da passare insieme in allegria. E quando si ripartirà, servirà un modo ancora più familiare».

A Mezzane di Calvisano si interrompe così l’ascesa netta degli ultimi anni: «Ma ci fermiamo tutti - dice Michele Grazioli, l’organizzatore - quindi ripartiremo l’anno prossimo con identica passione. Ma speriamo che le cose migliorino: prendiamo un anno sabbatico, sperando di avere presto un vaccino che ci consenta di tornare tutti insieme. Per noi il torneo è il polmone e l’anima della frazione: consentiva di ritrovarci a prescindere dagli impegni, di raccogliere del ricavato per la parrocchia e di ricordare ragazzi che non ci sono più».

In una identica situazione si trova Porzano di Leno: «Da noi ci sono solo due bar - dice Tito Cristini - e il torneo dava un mese di ritrovo assicurato per tanti. Sarà un’estate triste, speriamo che dal 2021 torni tutto come prima, ma dovremo avere per tempo delle certezze. Anche perché senza la kermesse abbiamo dovuto accantonare i progetti che avevamo per la parrocchia grazie al ricavato delle serate».

 

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