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Salvataggio Brescia: la proposta di Sdl

La società per servizi rezzatesi aprirà un fondo nel quale devono confluire altri capitali
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Si chiama «Trust di scopo» ed è un intervento per salvare società in crisi, rilanciandole. La Sdl di Rezzato, società per servizi, ci crede e lancia l’idea per rilevare il Brescia calcio.

Salvandolo dal fallimento e rilanciandolo con l’obiettivo di raggiungere la serie A. Oggi o al massimo domani verrà creato questo fondo tramite il notaio Gianmatteo Rizzonelli, una cassaforte all’interno della quale Sdl si dice disposta a mettere subito dei soldi.

Uno sull’altro: «Un milione e cinquecentomila euro - dice uno dei due soci Serafino Di Loreto, da qui il nome Sdl - per far capire che le nostre non sono chiacchiere. Da mesi sulla vicenda Brescia calcio in tanti parlano, ma nessuno si sta muovendo concretamente. Noi abbiamo deciso di agire, per smuovere le acque e le coscienze dei bresciani. Adesso aspettiamo che altri ci seguano». Di Loreto e Sandro Musso, l’altro socio, nelle ultime ore hanno avuto contatti con Ubi, Comune e Bonometti. «Il nostro progetto piace - fanno sapere gli amministratori di Sdl -, ma adesso occorre che la città ci segua. Lo deve fare come atto d’amore, tutto sarà alla luce del sole».

Si tratta di un azionariato popolare. Questa cassaforte va riempita. In quanto tempo? «Da qui alla fine della stagione: in 4-5 mesi bisogna riuscire a raggiungere la cifra di 15 milioni. Con questi soldi si potrebbe quindi pensare anche alla prossima stagione».

Chi potrebbe mettere questi soldi? «Secondo noi Bonometti come presidente dell’Associazione industriale potrebbe raggiungere una quota di 3,5-4 milioni, poi ci sarebbero l’Associazione artigiani, l’Associazione commercianti, i tifosi. Ognuno deve sentirsi partecipe di questo salvataggio che ovviamente non avrebbe nulla a che fare con la vecchia proprietà». Si tratterebbe di aprire una pagina nuova e se il progetto non andasse a buon fine «i soldi verrebbero restituiti fino all’ultimo centesimo. Il "Trust di scopo" serve proprio per questo. Non possiamo credere che rimarremo soli in questa iniziativa, non possiamo essere gli unici a mettere i soldi sul tavolo».

Cristiano Tognoli

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