Rugby

Waqanibau, leader inatteso che il Transvecta Calvisano si coccola

Le sue due mete decisive per battere le Fiamme Oro: «Qui mi sento a casa, devo ringraziare davvero tutti»
Poasa Waqanibau sabato al San Michele - © www.giornaledibrescia.it
Poasa Waqanibau sabato al San Michele - © www.giornaledibrescia.it
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«Mancavano pochi minuti alla fine, eravamo sotto di dieci punti, ho visto i ragazzi un po’ stanchi e ho pensato: devo fare qualcosa, devo dargli una mano. Ringrazio l’Onnipotente che mi ha dato la forza di segnare le due mete che ci hanno fatto vincere. Davanti ai nostri tifosi, bellissimo».

Così Poasa Waqanibau, trequarti centro figiano del Calvisano, protagonista assoluto della vittoria di sabato contro le Fiamme Oro.

«La prima meta ho detto: datemi la palla che da questa distanza non mi potranno fermare se entro con il peso dei miei chili (115, ndr) …». La seconda invece è stata contestata dagli avversari. «Io ho visto chiaramente la linea bianca e ci ho schiacciato sopra il pallone con le due mani, poi sono arrivati in tre cercando di spingermi indietro. Ma sono sicuro che la meta fosse regolare».

Poasa è arrivato a Calvisano alla fine dello scorso mese di agosto, dopo due anni nella Major League americana con la formazione dei New England Free Jacks di Boston. Ventotto anni, il tempo di festeggiare il primo mese del figlio Iliesa Bavai, prima di salire sull’aereo per l’approdo in Italia. «Si ho lasciato la famiglia alle Fiji – dice -, ma qui mi sento veramente a casa: i ragazzi, lo staff, mi sono inserito molto bene, per me sarà un’esperienza importante».

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RUGBY CALVISANO SPEGNE LE FIAMME

Eppure la stagione del Transvecta non è iniziata proprio alla grande, le sconfitte di Rovigo e di Mogliano…

«Per me all’inizio c’era soprattutto il problema della lingua: pochi qui parlano inglese e quindi non era facile inserirsi anche negli schemi del gioco. Però con l’aiuto di Samu (Vunisa, ndr) piano piano mi sto trovando sempre più a mio agio».

Con Vunisa, sabato lei è stato protagonista di cariche a tratti irresistibili. È su questo tipo di gioco che il Calvisano deve puntare per far male agli avversari?

«Ci piace giocare in modo diretto (ride, ndr) e io penso che, sì, dobbiamo sfruttare questo tipo di caratteristiche. Poi ovviamente dobbiamo essere un po’ più attenti in difesa e curare meglio la disciplina, perchè in certi momenti regaliamo troppi calci punizione. Ma io penso che se ci atteniamo ai piani di gioco e facciamo quello che ci dicono gli allenatori possiamo arrivare lontano».

A proposito di difesa, i suoi placcaggi stanno diventano sinonimo di spettacolo, in ogni partita.

«I ragazzi me lo dicono (ride di nuovo, ndr), mi piace placcare e poi è un modo per caricare la squadra, dargli energia magari in un momento difficile».

È arrivato si è no da tre mesi ma parla e si comporta già come un leader.

«Quella nella Major League per me è stata un’esperienza importante, un torneo in cui magari il gioco non era così veloce come qui, ma in cui c’erano giocatori provenienti da ogni parte del mondo, internazionali di ogni paese. Ai giovani mi piace dire: fate quello che vi sentite, cercate di essere a vostro agio con le caratteristiche che avete. Ma in campo basta un cenno, un gesto, una parola per dare una mano alla squadra».

Pronto quindi per ii Petrarca?

«I compagni me ne hanno parlato, a me non dispiace la battaglia. Quindi sì certo, siamo pronti».

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