Rugby

Rugby, adesso è anche ufficiale: Calvisano alza bandiera bianca

Deliberato il disimpegno dal campionato Top 10. I gialloneri ripartiranno dalle serie minori: B o C
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RUGBY CALVISANO GETTA LA SPUGNA
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L’epitaffio è di Gianluca Guidi, che cita un aforisma africano. L’allenatore che insieme a Giampiero De Carli sta accompagnando il Calvisano al capolinea dice: «Un sogno che sogni da solo è solo un sogno. Un sogno che sogni con qualcuno è realtà». Alfredo Gavazzi il suo sogno l’aveva condiviso con gli amici e con un intero paese. Ma alla sua morte, il sogno di fare di Calvisano una delle piazze più importanti del rugby italiano è sopravvissuto meno di sei mesi.

I fatti

Ieri sera l’assemblea dei soci della società giallonera, convocata per la nomina del nuovo organo amministrativo, decaduto dopo le dimissioni nelle scorse settimane di quattro consiglieri, ha deliberato di dar corso al disimpegno sportivo che avevamo annunciato ieri sul Giornale di Brescia.

La prossima stagione il club ripartirà dalla squadra cadetta. In serie B, se il gruppo di Dal Maso otterrà la promozione, o in C, se le cose rimarranno come sono ora. A prescindere dalla categoria, Dal Maso stesso dovrebbe continuare ad essere l’allenatore. Stasera la decisione verrà illustrata e motivata ai giocatori della prima squadra. Soprattutto a quelli che fino all’ultimo avevano creduto nell’ipotesi di rimanere in Top10, sia pure con budget ridotto e limitate ambizioni.

Esodo

Molti, viceversa, si sono già sistemati per il prossimo campionato tra Padova, Colorno e Reggio Emilia. Anche nel 2009, il Calvisano retrocesse volontariamente in una categoria inferiore: allora fu la A2, dalla quale il club riemerse in due stagioni per poi vincere lo scudetto, nel 2012, al primo nuovo tentativo. Stavolta la resurrezione sarà assai più complicata: all’epoca a guidare la riscossa c’erano ancora i due fondatori della società, Alfredo Gavazzi e Gianluigi Vaccari. Stavolta, il vivaio che alimenta la squadra Seniores è assai ridimensionato e le franchigie drenano fin dalle categorie giovanili i prospetti migliori.

Utopia

Pensare di fare di nuovo di Calvisano uno snodo fondamentale del rugby italiano è un’utopia senza base alcuna. Per più di un quarto di secolo il club giallonero ha vissuto l’ebbrezza dell’alto livello. Ma oggi per stare al passo dei tempi ci vogliono rose di almeno trentacinque giocatori e staff numerosi, specializzati in più ruoli.

Le parole

«Da questo punto di vista la squadra, nel corso di questa stagione, si è battuta al massimo delle sue possibilità, onorando sempre gli impegni e tenendosi aperta fino alla scorsa settimana la possibilità di accedere ai play off - commenta Gianluca Guidi (né lui né De Carli rimarranno negli organici del club) -. Mancano quattro partite alla fine e questo è il momento di fare appello agli uomini più che ai giocatori - aggiunge l’allenatore -. Non possiamo tradire questo sport, in assenza di tutto il resto, ognuno dovrà contare sul rispetto verso sé stesso e verso il resto della squadra, sulla lealtà reciproca e l’amor proprio». Più che un appello, un requiem.

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