Rugby

Innocenti, presidente Fir: «Senza Gavazzi mi sento più solo»

Il cordoglio della Federazione italiana rugby e del neo presidente per la scomparsa dell'ex numero uno bresciano
E' MORTO ALFREDO GAVAZZI
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La Federazione Italiana Rugby ha appreso con profonda tristezza della scomparsa di Alfredo Gavazzi, L’imprenditore bresciano, settantadue anni, aveva presieduto l’organo di governo del rugby italiano per due mandati, dal settembre 2012 al marzo 2021, dopo essere stato membro del Consiglio Federale, ricoprendo numerose posizioni, nei quattro mandati della presidenza di Giancarlo Dondi. 

Come Presidente federale, Gavazzi ha vissuto alcune delle più indimenticabili giornate del rugby italiano del terzo millennio: il quarto posto nel Sei Nazioni maschile del 2013, con le vittorie dell’Olimpico su Francia e Irlanda, il successo di Edinburgo nel 2015, la storica vittoria di Firenze sul Sudafrica nel 2016, il secondo posto dell’Italdonne nel Torneo 2019. 

Il Presidente federale Marzio Innocenti ha disposto, in memoria del past President Gavazzi, che un minuto di silenzio venga osservato nel fine settimana su tutti i campi d’Italia e che la Nazionale femminile scenda in campo nei quarti di finale della Rugby World Cup din questo sabato ad Auckland con il lutto al braccio.

Alla famiglia Gavazzi, alla moglie Marisa ed ai figli Marco e Andrea, vanno le profonde condoglianze del Presidente Innocenti, del Consiglio Federale e di tutti i dipendenti e collaboratori di Fir.

Questo il ricordo dell'attuale presidente della Fir Marzio Innocenti.
«Alfredo ci lascia e personalmente, oltre che istituzionalmente, mi sento molto più solo. Con lui sono stati lunghi anni di contrapposizioni e di visioni diverse per il nostro rugby.  Un confronto duro, aspro e non privo di colpi proibiti come deve essere tra due avanti di vecchia scuola. Quello che ci ha comunque uniti è il rugby e tutto quello che significa. Lui con l'infinito amore verso il suo Calvisano, io con quello altrettanto infinito per il gioco. Un avversario molto migliore di tanti che nascondono le loro reali intenzioni; ad Alfredo se non piacevi te lo diceva in faccia e si comportava di conseguenza. Ha sacrificato per due mandati la sua vita per guidare il rugby italiano  - ed oggi so quanto possa essere gravosa la carica di presidente della Federazione - ma lo ha fatto, ne sono sicuro, al meglio delle sue capacità e delle sue convinzioni. Dopo la mia elezioni riconobbi ad Alfredo l'onore delle armi; oggi il momento è molto più grave e voglio abbracciare Alfredo, la sua famiglia ed il suo Calvisano rappresentando idealmente tutto il rugby italiano che riconoscente lo ringrazia. Ciao Alfredo».

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