Bandera: «Transvecta deve tenere duro con i mezzi che ha»

Un annetto fa Gianluca Guidi, coach del Transvecta Calvisano, diceva: «Siamo come la Ferrari, una scuderia di grande cultura e grande tradizione sportiva che sta lavorando per mettere le basi di un nuovo futuro». Dodici mesi più tardi il paragone regge ancora, sebbene alla luce dei risultati recenti, suoni fin troppo ottimistico per come stanno andando le cose a Calvisano. Che poco più di un mese fa ha perso il suo «Drake», Alfredo Gavazzi, e ora inevitabilmente si interroga sul suo domani.
Il Mondiale di Formula 1 ha visto quest’anno la Ferrari competitiva, ma soprattutto nelle prove (12 pole position su 22 gran premi), più raramente nelle gare, dove spesso buone prestazioni sono state compromesse da una mancanza di consistenza complessiva. Sabato a Padova, il Transvecta ha dimostrato di soffrire della stessa sindrome del Cavallino: lunghi periodi meglio dei campioni d’Italia, ma con limiti nel Dna attuale che ne pregiudicano il risultato finale.
C’è da chiedersi dove potrebbe arrivare questa squadra se solo potesse contare su qualche cavallo (metaforico e reale) in più nel motore giallonero. Mariano Bandera, presidente del club, è consapevole della situazione: «A Padova secondo me non meritavamo di perdere – dice -, ma la rosa è corta, ci sono problemi di infortuni in alcuni ruoli (Luccardi in prima linea soffre di un’ernia che ne limita le forze nel braccio, ndr), le potenzialità dell’australiano Wendt restano misteriose, dobbiamo cercare di tenere duro con i mezzi che abbiamo».
Il Rovigo ha preso il figiano Ratuva dal Treviso, Mogliano ha pescato una nuova terza linea figiana in Giappone, a Colorno (che domenica sarà avversario del Calvisano al San Michele), a fine ottobre, è arrivato un tallonatore irlandese. È impensabile che anche il Transvecta possa tornare sul mercato, visto che dopo Natale il club perderà per almeno due mesi anche Bozzoni e Botturi, impegnati con la nazionale U20 nel Sei Nazioni? «Mancano due partite alla fine del girone di andata (Colorno come detto e Cus Torino, ndr) – analizza Bandera -, chiusa questa prima fase faremo il punto della situazione e valuteremo se ci sono i margini per intervenire».
In queste prime sette partite, il Calvisano ha dimostrato di poter stare alla pari con le avversarie, anche quelle più forti, ma i numeri della rosa e il rendimento di alcuni giocatori lo obbligano a viaggiare senza catene su un ghiaccio sottile: a volte bastano un paio di cambi per rendere precaria la situazione. A Rovigo (0-36) le assenze di Vunisa e Massari si sono rivelate micidiali per gli equilibri della squadra che, dopo aver pareggiato con il Valorugby Emilia, la prima giornata, la settimana successiva ha perso con il Mogliano, ultimo in classifica.
In questo momento il Transvecta viaggia a cinque punti dalla zona play off, ritenuta dal club un traguardo imprescindibile per poter pianificare il futuro. La partita con il Petrarca campione d’Italia ha dimostrato che le fondamenta di gioco per costruire una squadra ci sono, anche con discrete prospettive. Adesso bisogna decidere se c’è la volontà di farle crescere o meno.
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