Pippo, Cristian e quell’amicizia in pausa per una settimana

Caro amico ti sfido: ma nessuno può distrarsi, nemmeno un po’. Non Pippo: che intravede un’opportunità per consolidare la leadership del Brescia in classifica. Nè tantomeno Cristian: è persino riduttivo definire crisi quella di un Vicenza che ha il quarto rendimento peggiore d’Europa.
Umanamente come professionalmente: da qualsiasi punto di vista la si vada a inquadrare, Vicenza-Brescia di sabato alle 18.30 sarà piena di zeppa di emozioni non da poco. Di aneddoti e ricordi personali, come di pezzi di carriera che sono andati spesso a toccarsi, sfiorarsi, inseguirsi e incrociarsi tanto da calciatori come da allenatori.
La storia
Inzaghi e Brocchi: uniti da quel filo rossonero Milan che più che altro ha fatto da cemento a un sentimento di sincero affetto. Non a caso: «Ci sono amicizie che nel tempo si perdono, altre che si fortificano. La nostra è nata subito e dura ancora», disse Brocchi in una intervista nella quale aggiunse un aneddoto: «Ai tempi del Milan, Pippo fece una cosa per me che non dimenticherò mai e per la quale gli sarò sempre riconoscente. Un gesto di amicizia autentico che tengo per me». Perché poi che amicizia sarebbe se non ci fossero segreti da custodire?
Le parole di cui sopra, l’attuale tecnico del Vicenza le spese prima dell’unico precedente in panchina tra i due: un Benvento-Monza di Coppa Italia che si concluse con la vittoria a sorpresa dei brianzoli allora guidati da Brocchi e allora in serie C, mentre i sanniti di Pippo erano quella corazzata che poi avrebbe sbancato il campionato di serie B. Che è poi quanto Inzaghi conta di fare anche quest’anno anche alla guida del Brescia con la consapevolezza che proprio la tappa di Vicenza potrebbe essere da svolta. A costo di affossare una persona del cuore. Ma il calcio è il calcio e la parola sconti non è contemplata nel vocabolario di nessuno perché nessuno se li può permettere.
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Il Milan
Per una settimana, da qui a sabato, in soffitta se ne va dunque pure un’amicizia che se non fosse arrivata la chiamata del Vicenza, avrebbe portato Brocchi al Rigamonti ad assistere a Brescia-Como: con Pippo si erano già sentiti e magari sarebbe anche seguita una bella cena. Una come tantissime ce ne sono state anche in tempi recenti nella Formentera amatissima da entrambi e soprattutto in 6 anni (tra il 2001 e il 2005 e tra il 2006 e il 2008) di strada rossonera condivisa e condita da scudetti e coppe quando entrambi erano giocatori. Anche gli albori del percorso professionale ebbe per entrambi la targa Milan: Allievi, Primavera, prima squadra per Inzaghi tra il 2012 e il 2015; idem per Brocchi che ereditò dall’amico prima la panca degli Allievi e poi quella della Primavera.

Le esperienze alla guida del Milan «big» finirono con un esonero dopo un decimo posto per Inzaghi, otto punti in sei partite invece l’anno dopo per Brocchi che subentrò a Mihajlovic e che poi subì anche il ko nella Supercoppa italiana con la Juventus. Al termine di quella stagione per mister Cristian arrivò poi la chiamata del Brescia.
A Brescia
Ed eccolo qui l’altro filo che unisce i due amici-nemici: in comune hanno anche una Leonessa che Brocchi (venne esonerato nella sua esperienza) avrebbe potuto riabbracciare anche sotto la gestione di Cellino, il quale alla sua seconda stagione da presidente prese seriamente in considerazione mister Cristian col quale ci fu pure una stretta di mano. Non se ne fece nulla, ognuno per la sua strada. Che portò Brocchi al Monza dove l’estate scorsa, proprio dopo la risoluzione col tecnico di Buccinasco che perse la finale play off, Berlusconi e Galliani prima di orientarsi su Stroppa accarezzarono l’idea di SuperPippo. Che invece è qui. E allora: caro amico, ti sfido.
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