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Pellegrini: «La chiave di tutto? Mi piace ciò che faccio»

Il giorno dopo Federica inizia a realizzare sul serio l'impresa di Gwangju. Alla soglia dei 31 anni si gode l'oro mondiale nei 200 stile
Federica Pellegrini con la medaglia "amore" - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Federica Pellegrini con la medaglia "amore" - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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«Stanotte avrò rivisto la mia gara 40 volte. Non mi era mai successo, ma mi sono proprio piaciuta e sono strafelice che tra i commenti ricevuti sui social ci sia anche quello di Michael Phelps».

Il giorno dopo Federica Pellegrini inizia a realizzare sul serio l'impresa di Gwangju. Alla soglia dei 31 anni - li festeggerà il 5 agosto prossimo - la Divina si gode l'oro mondiale nei 200 stile, il quarto della carriera.

«Non ho mai avuto tanti dolori in vita mia. È come se avessi fatto un after fino a stamattina», scherza la Fede nazionale, che anche ieri ha dimostrato come la classe sia qualcosa di eterno. «Alla premiazione eravamo tre generazioni a confronto - ricorda - Io degli anni Ottanta, Sjoestrom dei Novanta e Titmus del 2000. Mi ha detto che quando partecipavo alle Olimpiadi di Atene aveva 3 anni. Quest'anno è stato tutto lineare e penso sia stato giusto arrivare a Gwangju solo tre giorni prima dell'inizio senza subire fuso orario. In prossimità delle gare si sta bene su un cucuzzolo di un monte evitando il superfluo. La medaglia di Budapest è stata più sofferta e voluta, credevo sarebbe stato l'ultimo mondiale e di non riuscire a tornare a quei livelli ma questa medaglia la metto tra le mie prime».

Il podio con tre generazioni: anni Ottanta, Novanta e Duemila - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Il podio con tre generazioni: anni Ottanta, Novanta e Duemila - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

In vasca, però, non è solo questione di talento. «Le motivazioni per restare sempre in alto le trovi dentro di te ponendoti degli obiettivi che sicuramente cambiano nel corso degli anni - continua la Pellegrini - Il prossimo è cercare di avere una famiglia bella come quella che ho tra un paio di anni, ma il più imminente è tornare a casa dalla mia Vanessa - il riferimento al bulldog francese che da tempo l'accompagna -. L'ho salutata in aeroporto. L'ho lasciata in braccio a mamma e appena salita in aereo ho visto un film: era Dumbo e mi sono messa a piangere».

Per la Divina «la chiave di tutto penso sia che mi piace ciò che faccio. Nelle ultime stagioni sicuramente ho nuotato più per me che per gli altri e quest'anno avevo deciso di nuotare bene i 200. Non di andare al mondiale a fare il bagno. In allenamento sono andata sempre bene e abbiamo intensificato la palestra. Fino al Sette Colli dicevo a Matteo (Giunta, ndr) di sentire troppa la fatica nella seconda parte di gara, ma mi tranquillizzava». Ecco, Matteo Giunta, un'altra delle chiavi che le ha permesso di restare al top. «Sono felice per lui. Tantissimi erano scettici. Invece credo che Alberto (Castagnetti, ndr) l'avrebbe definito un allenatore intelligente. Uno di quelli che sa adeguarsi alle caratteristiche degli atleti».

Le imprese di Federica - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Le imprese di Federica - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

«Siamo cresciuti tanto insieme ed effettivamente, con la squadra che sta andando così bene, mi avrebbe fatto strano tornare a casa senza medaglia - dice ancora la Pellegrini -. Il prossimo anno disputerò meno meeting, sarà una stagione piena di pressioni. Adesso mi godo questo momento. Sono felice di aver chiuso in questo modo il cerchio dei Mondiali».

La Divina, dopo essere andata a letto tardi fra interviste e antidoping, è tornata in vasca per le batterie dei 100 sl, chiuse al 22esimo posto in 54"68 (miglior tempo per la campionessa olimpica e mondiale Simone Manuel in 53"10, di un centesimo piu' veloce rispetto a Sara Sjoestroem): ma poco importa, la storia l'ha già scritta ieri

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